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CLARA MOSCHINI

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Paesi Bassi, exploit elettorale degli allevatori contro l'ecologismo ideologico

Il Boer Burger Beweging si oppone alle nuove norme sulla riduzione delle emissioni di azoto

Li hanno chiamati "agro-populisti". Le loro rivendicazioni sono una spina nel fianco di tutta l'impalcatura euro-ambientalista oggi egemone. Non possono essere identificati né con la destra che con la sinistra, nella misura in cui qualcuno a Bruxelles sta già lisciando loro il pelo. Stiamo parlando del Boer Burger Beweging, il movimento civico dei contadini, vincitore delle recenti elezioni provinciali nei Paesi Bassi.

La nuova formazione politica aveva debuttato alle elezioni politiche del 2021 ottenendo un solo seggio. Lo scorso 15 marzo, nel voto provinciale, hanno ottenuto un lusinghiero 19%. Boer Burger Beweging è diventato quindi il primo partito sia a livello nazionale che in tutte le dodici province, ottenendo 17 seggi in totale.

Da dove nasce questo ennesimo voto di protesta? Nei Paesi Bassi, l'allevamento è una risorsa fondamentale - specie per ciò che riguarda i bovini - con circa 100 milioni di animali, se si aggiungono il settore suino e avicolo; si tratta, quindi, del primo Paese europeo per densità di bestiame.

L'intero comparto zootecnico olandese diventa quindi un player determinante negli equilibri politico-economici dei Paesi Bassi. Ebbene, a far montare il malcontento è stato il Memorandum per le aree agricole varato dal governo del liberale Mark Rutte, che pone condizioni capestro per agricoltori e allevatori per quanto riguarda la dimezzamento delle emissioni di azoto entro il 2030, attraverso la riduzione di un terzo delle feci e urine degli animali. Si stima che 11.200 aziende siano destinate alla chiusura se non saranno in grado di riconvertirsi.

La leader del Boer Burger Beweging è Caroline van der Plas, giornalista ed esperta di agroalimentare: "I Paesi Bassi hanno chiaramente dimostrato di essere stufi di queste politiche ambientali", ha dichiarato. "Non si tratta solo di azoto, si tratta di cittadini che non vengono visti, ascoltati, presi sul serio", ha rimarcato Caroline van der Plas.

Le elezioni provinciali svoltesi la scorsa settimana hanno una valenza nazionale, in quanto assegnano seggi in Senato. Il partito di Rutte è sceso da 32 a 24 seggi e si vede costretto all'appoggio di Laburisti e Verdi, quindi a ulteriori compromessi sul fronte ambientale. Si parla, ad esempio, di una possibile chiusura di tutte le centrali elettriche e a carbone.

Il governo punta ora a finanziare con 24 miliardi di euro le aziende zootecniche destinate a chiudere. Il campanello d'allarme arrivato dalla vittoria del Boer Burger Beweging, è stato accolto dal premier all'insegna della prudenza e del dialogo: si tratta di "un grido molto chiaro per i politici che ora dovranno sapere ascoltare", ha detto Rutte.

Getta acqua sul fuoco anche il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, socialista e olandese, compiacendosi del fatto che "il voto di protesta non sia stata incanalato verso una forza xenofoba e razzista". Timmermans ritiene che il risultato elettorale non sia uno "scontro tra campagna e città" e rassicura sulla presunta contrarietà del Boer Burger Beweging al Green Deal: "Ho sempre sentito dire dalla leader che intende rispettare le regole dell'Ue", ha detto il vicepresidente della Commissione europea.

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EFA News - European Food Agency
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