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CLARA MOSCHINI

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Carne e sostenibilità/2. Alimenti di origine animale essenziali nella nutrizione mondiale

I dati emersi dalla presentazione a Bruxelles del volume “Meats And Cured Meats: The New Frontiers of Sustainability”

Allevamenti ed economia circolare: Italia 4° produttore al mondo di biogas e 2° in Ue.

Alla presentazione oggi a Bruxelles del volume “Meats And Cured Meats: The New Frontiers of Sustainability”, degli autori Elisabetta Bernardi, Ettore Capri e Giuseppe Pulina (Franco Angeli, (leggi notizia EFA News), molti nuovi spunti su carne e nutrizione sono stati offerti da uno dei coautori, la dottoressa Elisabetta Bernardi, nutrizionista, biologa e specialista in Scienze dell'alimentazione. La studiosa ha evidenziato il valore degli alimenti di origine animale nell’ambito dell’alimentazione umana: “Recenti studi permettono di valutare la qualità delle proteine negli alimenti in rapporto al fabbisogno degli esseri umani. Se è vero che i prodotti di origine animale apportano solo il 18% delle calorie, essi contribuiscono per il 34% delle proteine e per il 55% degli aminoacidi essenziali". 

"Quest’ultimi, sono parametri chiave nella valutazione della qualità degli alimenti e”, aggiunge Bernardi, “quando viene calcolata l’impronta ambientale di un alimento di origine vegetale o animale, considerando la capacità di questo alimento di coprire i fabbisogni umani di aminoacidi essenziali, l’impronta ecologica degli alimenti di origine animale - sia come uso del suolo, sia come emissioni di gas a effetto serra - è pressoché simile o addirittura inferiore a quella relativa alla produzione di proteine vegetali, ad eccezione della soia, che però non è nella tradizione mediterranea”. Ha quindi concluso l’esperta: “Recenti studi, inoltre, hanno riabilitato la carne rossa perché esistono limitate evidenze scientifiche e fattori confondenti (bias) fra questo alimento e i rischi per la salute, ed è sempre necessario considerare la dieta nella sua totalità”.

Sul tema della sostenibilità degli allevamenti italiani è tornato anche Ettore Capri, professore di Chimica agraria presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha fatto il punto sul modello italiano ricordando come il sistema zootecnico italiano sia un modello avanzato a livello non solo europeo di economia circolare: “Negli ultimi anni", dice Capri, “abbiamo assistito a una progressiva presa di coscienza del comparto che ha metodicamente provveduto a rigenerare le risorse e a diminuire gli scarti”. Oggi, infatti, l’Italia è il 4° produttore al mondo di biogas e secondo in Europa dopo la Germania. Nello stesso senso va lo sviluppo delle attività di Carbon Farming: “Si tratta di una serie di pratiche agricole volte alla produzione alimentare”, spiega ancora Capri, “che nel contempo sono in grado di sequestrare con maggiore efficienza il carbonio atmosferico. È un processo naturale ecosistemico che l’allevamento del bestiame intensifica grazie al ruolo primario svolto dalla produzione di sostanza organica da destinarsi al suolo secondo un principio di economia circolare delle risorse e lo sviluppo di comunità energetiche sui territori”.

(2 - fine)

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EFA News - European Food Agency
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