La catastrofe idrogeologica che ha funestato l'Emilia Romagna toglie ogni alibi: bisogna affrontare il cambiamento climatico e approdare a nuovi modelli agrari. Ad affermarlo è stato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, durante l’incontro organizzato dalla federazione in occasione della quinta Giornata Nazionale della Bioeconomia.

"Il cambiamento climatico va governato altrimenti rischiamo che o attraverso il sistema pdelle normative europee o al contrario proprio per gli effetti della natura saremo noi ad essere governati", ha detto Giansanti, indicando poi nel "biogas", nel "biometano", nel "carbon farming" e nel "solare" alcuni esempi già concreti e operativi di transizione ecologica applicati all'agricoltura.

"È evidente - ha proseguito il presidente di Confagricoltura - che la discussione che c'è oggi in Europa va rafforzata, soprattutto nel riconoscere agli agricoltori anche quelli che sono gli impatti che gli agricoltori avranno in termini di lavorazione, perché se cambieremo il nostro modello di lavorazione delle nostre terre è evidente che l'impatto delle emissioni ridurrà". 

Giansanti ha quindi fatto riferimento agli "aspetti legati all'edilizia, alla chimica verde, alla produzione di bioplastiche, tanto più che oggi si ragiona anche sull'utilizzo degli imballi e più in generale allo sviluppo delle Tea".

"È arrivato il momento in cui o tutti dentro o tutti fuori. Non si può chiedere agli agricoltori, sempre e comunque di essere i paladini della sostenibilità ambientale, ma poi non metterci nella condizione di esserlo. Per esserlo non dobbiamo avere gli strumenti - ha concluso il presidente di Confagricoltura - e oggi le Tea sono lo strumento necessario, fondamentale, che gli agricoltori chiedono a gran voce per poter andare incontro appunto a quelle che sono le esigenze e le necessità dei consumatori che sono quelle di un cibo sempre più sostenibile".