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CLARA MOSCHINI

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Fantini Wines celebra i suoi 30 anni all'insegna della resilienza

Il gruppo vitivinicolo risponde alla crisi puntando sull'obiettivo della marginalità

Fantini Wines, azienda vitivinicola tra le più dinamiche del Sud Italia in quanto a export (è presente in 90 Paesi del mondo), celebra quest'anno il suo trentennale. Fantini tiene nel fatturato, cresce nell'Ebitda e si riposiziona nel mercato, nell'intento di riavvicinare i giovani al vino. Lo scenario internazionale rimane difficile, tuttavia, ci sono le carte in regola per "riportare le marginalità ai livelli che ci competono", come afferma il fondatore e amministratore delegato del gruppo Valentino Sciotti. L'impresa ha chiuso il 2023 con il margine operativo lordo in lieve crescita, passando dal 21,65 al 21,92%.

All'inizio dello scorso anno, vi sono stati "momenti molto difficili per tutto il comparto", ricorda Sciotti. "A un certo punto è stato necessario porsi una domanda chiave: meglio difendere il fatturato o le marginalità? Non c’era spazio per fare l’una e l’altra cosa insieme, con l’inflazione galoppante e una struttura commerciale da tempo sotto stress. Inizialmente abbiamo optato per mantenere il livello precedente del fatturato". Poi, la correzione di tiro: meglio lavorare duramente per riportare le marginalità ai livelli plausibili, "così siamo arrivati a fine anno con un fatturato sceso di poco (-4,5% a 87,5 milioni di euro), ma le marginalità sono risalite e abbiamo ottenuto quello che volevamo", un’Ebitda al 21,92% "evitando di fare tagli, sia sul commerciale che sulle spese di marketing. Anzi, scommettendo e investendo sul futuro. Ora possiamo dire che la cosa ci sta ripagando".

Dopo un biennio pandemico in cui Fantini aveva puntato tutto verso l'off-trade e la Gdo, che nel 2021 era arrivata a coprire il 65-68% del fatturato, l'azienda è tornata decisamente lungo i passi dell'on-trade: una riconversione niente affatto scontata, dal momento in cui, spiega Sciotti, "un solo cliente della grande distribuzione sviluppa volumi alti per conseguire i quali invece, nell’Horeca, serve una numerica di ristoranti importante, con personale dedicato e continue azioni a supporto".

Quanto all'export, il calo degli ultimi anni si è fatto sentire in tutti i mercati, dagli Usa all'Asia - dove però ora c'è una ripresa - mentre la Svizzera rappresenta un vero bastione in quanto "è cresciuta anche in momenti difficili come questo, rappresenta un target medio-alto, ossia non è Paese da “primo prezzo”, che è quello che ha presentato le maggiori difficoltà", dice Sciotti.

Se il 2024, nonostante la lieve ripresa, si prospetta ancora come "un anno molto difficile", il fondatore di Fantini ritiene che "per vedere un chiaro segno di ripresa, generalizzato, dobbiamo guardare al 2025, tenendo conto che ci sarà da fare un aggiustamento sullo stile dei vini". Come fare, dunque, per rimediare alla disaffezione dei giovani dal vino (particolarmente radicata negli Usa)? "Dobbiamo tutti renderci conto che, se si cerca la naturalezza, questa sta in un vino fruttato, poiché il vino è prodotto con la frutta, se non sa di frutta è un’anomalia. Un vero vino “naturale”, per come lo concepisco io, assomiglia all’acino di partenza, quanto a gusto. E regala piacevolezza", è l'interpretazione di Sciotti.

Fantini, intanto, continua a fare investimenti. "Quattro anni fa abbiamo comprato 60 microvinificatori da 30 o 50 litri, proprio per fare continua sperimentazione", continua Sciotti. "Vuol dire ogni anno portare avanti fino a 100 prove di vinificazione diverse: è qualcosa di meraviglioso, quello che facciamo noi in 365 giorni altre cantine lo ottengono in 30 anni". L’attenzione ai trend internazionali ha già ben posizionato l’azienda vitivinicola abruzzese, che, a detta del suo amministratore delegato, ha saputo intercettare il trend di mercato dell'ascesa dei vini rossi.

Sulle sfide attuali, Sciotti conclude osservando che, rispetto allo scorso anno, "Non è cambiato nulla, il costo del denaro è lo stesso. C’è un’unica variazione positiva: tutti hanno smaltito un po’ d’inventario, quindi saremo in grado di riconoscere marginalità più interessanti al vitivinicoltore, stimolandolo a lavorare meglio. Ma sui fondamentali il quadro economico è immutato: l’inflazione è un po’ scesa, è vero ed è un bene. Ma tanto il potere d’acquisto perduto non è stato compensato".

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EFA News - European Food Agency
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