Malattia di Crohn: vademecum alimentare anti-esclusione
Parte campagna sensibilizzazione "Crohnviviamo” promossa da Nestlé Health Science
Tra chi ha la malattia di Crohn – patologia infiammatoria cronica dell’intestino – la necessità di seguire un regime alimentare specifico e di rinunciare a diversi alimenti può ostacolare la socialità, rendendo difficile la convivialità durante i pasti, così come le uscite con familiari, amici e colleghi. Considerando poi che, nel 95% dei casi, per evitare le fasi acute della malattia, occorre fare ulteriori sacrifici alimentari – è facile capire come ciò possa portare a un senso di frustrazione, isolamento e difficoltà socio-relazionali. Con la diffusione della malattia che, secondo le ultime stime epidemiologiche, continua ad aumentare, è fondamentale far luce sui bisogni a 360 gradi di chi convive con questa malattia che colpisce circa 200mila mila persone in Italia, con un picco di prevalenza tra i giovani adulti fra 20 e 30 anni. Ed è proprio questo l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione "Crohnviviamo”, promossa da Nestlé Health Science in collaborazione con l’associazione pazienti Amici Onlus.
La campagna contribuisce a mostrare l’impatto della malattia di Crohn sui diversi aspetti della vita quotidiana, sia a livello fisico che psicologico, con focus sull’aspetto centrale della nutrizione. Dalle interviste effettuate ai pazienti emerge il forte impatto dell’alimentazione sui sintomi della patologia e i pazienti sono alla costante ricerca di informazioni sulla dieta. È nato così “FAQ: alimentazione e malattia di Crohn”, che raccoglie le risposte a dubbi e domande più frequenti: il pamphlet, a cura di Camilla Fiorindi, dietista-nutrizionista dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze con il patrocinio di Amici Onlus – è disponibile gratuitamente, in formato digitale, sul sito di Nestlé Health Science.
Ecco dieci consigli per chi ha la malattia di Crohn – rivolti anche a familiari e caregiver - che possono essere approfonditi consultando il vademecum a cura della dottoressa Fiorindi:
Optare per tre piccoli pasti e due spuntini al giorno invece che tre pasti più abbondanti.
Nella fase attiva della malattia, privilegiare le verdure ricche in fibra solubile, come ad esempio piccole porzioni di patate, carote, zucca e zucchine cotte, come indicato nella dieta Cded (La Dieta di Esclusione per la malattia di Crohn o Crohn’s Disease Exclusion Diet) che esclude tutti i cibi pro-infiammatori.
Per la frutta si può optare per la mela cotta o grattata, senza buccia, banane mature, spremute di agrumi, centrifughe o estratti di frutta. Il consumo di grassi saturi, zuccheri semplici, additivi alimentari ed emulsionanti può aumentare un’infiammazione intestinale in corso: limitarli o escluderli, di conseguenza, può avere un impatto positivo sulla salute intestinale. Indipendentemente dalla terapia farmacologica, una dieta sana ed equilibrata migliora lo stato nutrizionale e l’efficacia del farmaco.
Se qualcuno in famiglia ha la malattia di Crohn, è opportuno privilegiare la bollitura e la cottura a vapore. Le carenze a cui prestare particolare attenzione sono le seguenti: vitamina B12, Vitamina D e ferro. Per le donne in gravidanza, è importante monitorare regolarmente il livello del ferro e dell’acido folico.
La Cded (Dieta di Esclusione per la malattia di Crohn) rappresenta una preziosa strategia terapeutica per bambini, adolescenti e adulti con questa patologia.
Nella fase 3 della Cded, si possono consumare – una volta a settimana e con moderazione – anche gli alimenti non consentiti.
Il vademecum a cura della dietista è pensato per accompagnare le persone in un percorso volto a migliore la gestione della malattia attraverso l’alimentazione ed è rivolto a tutti, sia a chi ha appena ricevuto la diagnosi sia a chi è in remissione. “Un’alimentazione bilanciata e salutare svolge un ruolo fondamentale nell’omeostasi del microambiente intestinale, tanto da riuscire ad influenzarne la composizione e il corretto funzionamento. Tuttavia, durante una fase di riacutizzazione della malattia la dieta deve essere spesso modificata sulla base di eventuali sintomi presenti, sulla localizzazione della recidiva e sulla storia chirurgica pregressa” spiega Fiorindi.
“Secondo dati recenti, la maggior parte di coloro che presentano una Mici non ha ricevuto alcun consiglio dietetico, la disinformazione spinge le persone a cercare informazioni relative all’alimentazione da varie fonti, trovando consigli generali che non sempre si basano su raccomandazioni scientifiche. Per questi motivi e non solo, è fondamentale il supporto di un professionista della nutrizione in tutte le fasi della malattia per garantire il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale ma anche per educare la persona con Mici guidandola nelle scelte alimentari quotidiane e promuovendo al contempo una migliore qualità di vita correlata all’alimentazione. Il vademecum che ho curato insieme ad Amici Onlus e a Nestlé Health Science", conclude la dottoressa Florindi, "mette a disposizione di tutte le persone con malattia di Crohn le informazioni di cui c’è bisogno per orientarsi tra dubbi e domande relativi alla dieta da seguire”.
Per supportare medici e dietisti, Nestlé Health Science ha inoltre ideato una piattaforma sulla Cded, Modulifexpert, che permette al medico di aggiornarsi costantemente e di rendere disponibile per il paziente una app, Modulife, che semplifica la gestione della dieta.
EFA News - European Food Agency