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CLARA MOSCHINI

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FoodSeed scommette sul made in Italy

Sette new entry nel 2° round del programma di accelerazione di CDP Venture Capital

FoodSeed, il programma di accelerazione della Rete Nazionale di CDP Venture Capital SGR, annuncia la selezione di sette nuove startup Made in Italy per la sua seconda edizione. Le nuove startup di FoodSeed, presentate ieri a Verona, sono pronte a collaborare con le aziende del comparto per plasmare un futuro più sostenibile e tecnologicamente avanzato. 

Lanciato a marzo 2023, FoodSeed conta sul sostegno di partner promotori e co-investitori quali CDP Venture Capital SGR tramite il suo Fondo Acceleratori, Fondazione Cariverona, UniCredit, Eatable Adventures, tra i principali acceleratori foodtech su scala globale, in qualità di co-investitore e gestore operativo del programma; insieme ai corporate partner Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Veronafiere e i partner scientifici Accelerate for Impact Platform del CGIAR e Università degli Studi di Verona. 
Con una dotazione di 15 milioni di Euro, il programma di accelerazione sostiene e promuove la crescita di innovative realtà italiane in grado di rispondere alle principali sfide del settore agroalimentare e contribuire alla sostenibilità e all’efficienza della filiera. Allo stesso tempo, FoodSeed favorisce connessioni strategiche con aziende, investitori e attori chiave del settore in un’ottica di Open Innovation, un approccio che mira a rafforzare il tessuto imprenditoriale nazionale e a favorire nuove sinergie per promuovere uno sviluppo tecnologico ed etico del comparto AgriFood. Ne è un esempio virtuoso, Foreverland, startup pugliese accelerata nella prima edizione di FoodSeed, che ha recentemente chiuso un round di investimento da 3,4 milioni di Euro per la sua alternativa sostenibile al cioccolato a base di carruba (leggi EFA News), confermando così il ruolo chiave delle startup AgriFoodTech italiane come motori del cambiamento.

Successo internazionale

Anche quest’anno, inoltre, FoodSeed ha attratto talenti non solo dall’Europa, ma da tutto il mondo: ben il 15% delle candidature ricevute, infatti, arriva da Spagna, Romania, Regno Unito, India e Turchia. Un dato che conferma e avvalora l'impegno condiviso nel tutelare e promuovere l’eccellenza enogastronomica italiana nel mondo che, seppur ancorata alle radici della tradizione, necessita di una spinta verso un futuro sostenibile ed eticamente innovativo.

"Siamo molto orgogliosi di vedere i risultati raggiunti nel secondo batch di accelerazione di FoodSeed -soiega Stefano Molino, senior partner e responsabile fondo Acceleratori di CDP Venture Capital-. Grazie al talento delle sette startup selezionate e al prezioso contributo dei co-investitori e di tutti i partner coinvolti, abbiamo stimolato la crescita di un ecosistema dinamico che sta rivoluzionando il modo in cui pensiamo al cibo e alla tecnologia. Guardiamo con entusiasmo ai prossimi passi, certi che continueremo a fare la differenza insieme sostenendo queste realtà nel loro percorso di sviluppo".

Francesco IannellaRegional Manager Nord Est di UniCredit, dichiara: “il successo della seconda edizione di FoodSeed ci dice che la scelta di UniCredit di promuovere, insieme agli altri partner e co-investitori, un programma di accelerazione dedicato all’Agrifood Tech è stata lungimirante ed efficace. La direttrice dell’innovazione, insieme a quella della sostenibilità, è una strada che l’intera filiera agroalimentare deve percorrere con convinzione per competere con successo sui mercati e credo che la nostra iniziativa contribuirà a fornire strumenti e opportunità utili in tal senso”.

Le 7 new entry 2024

Ogni progetto selezionato ha ricevuto un investimento iniziale di 170 mila Euro con possibilità di incremento fino a ulteriori 500 mila Euro per i più performanti. Dalle microalghe utilizzate per estrarre preziosi pigmenti naturali alle biotecnologie che trasformano gli scarti agricoli in ingredienti funzionali; dall’alternativa salutare e performante alla caffeina, fino alle nuove soluzioni tech per ridurre gli sprechi: ecco di seguito le nuove startup pronte a partecipare al nuovo round di FoodSeed.

  1. Vortex. Biotech company che trasforma i sottoprodotti agroalimentari in ingredienti ad alto valore aggiunto, applicabili in diversi settori come food & beverage, pet food e cosmetica. Il loro modello circolare mira a risolvere il problema della svalutazione economica e della sostenibilità ambientale legata alle tonnellate di scarti generati dalle industrie agroalimentari, che spesso vengono destinati a smaltimento o utilizzati per biomasse. Grazie a una tecnologia innovativa che stabilizza e standardizza i sottoprodotti, evitando, quindi, il loro deterioramento causato dall'elevato contenuto di umidità, Vortex è in grado di trattare sia scarti dell'industria agroalimentare morbidi, come le mele, che quelli secchi, come le nocciole, fino a quelli di produzione eliminati dalle regole della GDO. Da questo processo nascono farine, paste ed estratti, applicabili in diversi ambiti dell’industria alimentare, pet food e cosmesi.
  2. Nous energy. Startup biotech che sviluppa una nuova generazione di ingredienti per i mercati FOod & BEverage e Nutraceutico. Il primo ingrediente creato è un'alternativa alla caffeina che migliora le prestazioni cognitive e fisiche, potenziando memoria, concentrazione e riflessi senza gli effetti collaterali tipici della caffeina, come picchi di pressione sanguigna o tachicardia, e favorendo il benessere gastrointestinale. Con questo nuovo ingrediente si stima una riduzione del 60% dello spreco d'acqua e del 65% delle emissioni di CO2 a piena produzione, rispetto all'estrazione della caffeina dai chicchi di caffè verde. La startup, impegnata nell'innovazione sostenibile, prevede di riutilizzare tutti i residui della produzione di Mindave entro il 2028, creando nuovi ingredienti e prodotti per ampliare il proprio portfolio.
  3. Aflabox. Startup innovativa in grado di rilevare in tempo reale, nei cereali, noci e semi oleosi, la presenza di aflatossine, micotossine prodotte da due specie di Aspergillus, un fungo che si trova soprattutto in zone caratterizzate da clima caldo e umido. Utilizzando sensori UV e una tecnologia sviluppata con l’AI, Aflabox offre un rilevamento rapido, preciso ed economico di queste tossine, che possono causare gravi problemi di salute al consumatore come danni al fegato, tumori e compromissione del sistema immunitario. Un processo semplice e accessibile che elimina non solo la necessità di inviare campioni di prodotto in laboratorio, ma riduce anche i tempi e i costi di rilevazione dell’infestante. I risultati vengono, infatti, inviati immediatamente al cloud, per un controllo tempestivo e preciso. Nata per rispondere a un problema che è, attualmente, molto grave in Africa, Aflabox ha vinto una competizione con il World Food Program e prevede di estendere la sua tecnologia al monitoraggio di altri contaminanti e parametri qualitativi, con l'obiettivo di offrire un profilo completo e accurato dei cereali.
  4. Asteasier. Spin-Off dell'Università di Verona, è specializzata nella produzione di ingredienti di alta qualità per la nutrizione umana e animale. La loro tecnologia proprietaria ha permesso lo sviluppo di nuovi ceppi di microalghe in grado di produrre astaxantina naturale (AX), carotenoide con forti proprietà antiossidanti e benefici per la salute cardiovascolare, cerebrale e oculare. Una soluzione completamente naturale che offre un'alternativa sostenibile all'astaxantina sintetica, oggi ampiamente utilizzata per la pigmentazione di salmoni e crostacei. Grazie a un processo di produzione semplificato e altamente efficiente, Asteasier riesce a ridurre i costi fino all'80% rispetto ai metodi tradizionali, rendendo economicamente accessibile l'astaxantina naturale, impiegabile anche nell’ambito nutraceutico. Oltre all'astaxantina, le microalghe utilizzate dalla startup sono in grado anche di produrre pigmenti blu, proteine e omega-3, rendendo l'azienda un punto di riferimento nella nutraceutica e nel settore dell'acquacoltura. 
  5. Mama Science. Startup innovativa con sede a Bologna, nasce con l’obiettivo di affrontare uno dei problemi ambientali più gravi del nostro tempo: l'uso eccessivo di plastica, in particolare nel packaging alimentare. I tradizionali imballaggi, infatti, danneggiano il nostro ecosistema e il loro processo di produzione è altamente energivoro e nocivo per il clima. In un'epoca in cui la riduzione della plastica è una priorità globale, Mama Science si specializza così nello sviluppo di una gamma di prodotti avanzati, tra cui bio materiali quali film e coating per il packaging alimentare. Si tratta di materiali biomimetici 100% bio-based, che replicano le proprietà della plastica senza causare gli stessi dannosi impatti ambientali, offrendo un'alternativa sostenibile ed efficace ai tradizionali imballaggi plastici. I loro prodotti innovativi, ottenuti da materie prime di origine vegetale, aumentano la shelf life di alimenti quali verdure, carni e latticini. A seconda delle applicazioni, possono attribuire proprietà quali idrorepellenza e resistenza meccanica se utilizzati su supporti cartacei. Se applicati direttamente sui prodotti alimentari, riducono l'uso di plastiche per l'imballaggio, mentre nel caso del film consentono la completa sostituzione delle alternative realizzate con polimeri di origine sintetica.
  6. BeadRoots. Per combattere la siccità e migliorare la produttività agricola, BeadRoots, startup biotecnologica con sede legale a Lecce, ha sviluppato idrogel da polimeri superassorbenti naturali, derivati dalle alghe. Gli idrogel, applicati durante il trapianto, assorbono grandi quantità d'acqua e la rilasciano gradualmente alle radici quando necessario, riducendo l'evaporazione superficiale e ottimizzando l'uso delle risorse idriche. Questa soluzione 100% biodegradabile non solo è in grado di conservare l’acqua, ma nutre le piante e migliora la qualità del suolo grazie all'incremento di batteri benefici che hanno effetti positivi anche sulla produttività. Attualmente, BeadRoots sta testando gli idrogel su colture come orticole, vigne e legumi, con l'obiettivo di estendere l'applicazione a tutte le coltivazioni che richiedono ingenti quantitativi di acqua, soprattutto nelle aree a rischio siccità.
  7. Alkelux. Combattere lo spreco alimentare con additivi antimicrobici naturali ricavati dagli scarti di liquirizia: così Alkelux, la startup biotech sarda, affronta una delle emergenze globali più significative. Solo in Italia, infatti, lo spreco di cibo nel 2023 ha superato i 9 miliardi di euro, mentre a livello mondiale questo fenomeno causa la dispersione di oltre 250.000 miliardi di litri d’acqua e l’utilizzo improprio di 1,4 miliardi di ettari di terreni agricoli. Gli additivi ricavati dalla startup, sotto forma di polvere, vengono integrati nei materiali di confezionamento per prolungare la durata di conservazione degli alimenti, come già dimostrato nei test condotti su fragole e altri prodotti. Il valore aggiunto della soluzione proposta da Alkelux risiede nelle sue caratteristiche uniche: completamente privo di metalli, solubile in acqua e a basso impatto ambientale, l'additivo non richiede modifiche agli impianti produttivi già esistenti. Ciò consente alle aziende del settore del packaging di adottare questa tecnologia senza affrontare costosi interventi strutturali, contribuendo così alla riduzione dello spreco alimentare in un’ottica sostenibile ed efficiente. 
fc - 44980

EFA News - European Food Agency
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