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Bio: 52% degli italiani ne ha incrementato il consumo in 3 anni

Lo afferma un'indagine del progetto Made in Nature, cui partecipano aziende come Conserve Italia

Più della metà degli italiani ha affermato di avere incrementato il proprio consumo di prodotti biologici negli ultimi tre anni. Ma anche in Europa, “l’amore” per il biologico non si arresta. Lo rileva una ricerca condotta da Sec Newgate Italia per conto di Cso Italy, la principale realtà dell’ortofrutta italiana, in 4 Paesi: Italia, Danimarca, Francia e Germania.

La ricerca presentata oggi a Milano, presso Palazzo Pirelli, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi, ha mostrato come vi sia innanzitutto una grandissima attenzione verso gli acquisti di ortofrutta: il 100% degli intervistati compra frutta e verdura regolarmente e, di questo campione, il 92% l’ha acquistata biologica almeno una volta. Il numero cresce ancora di più negli altri Paesi con un 94% della Francia, 95% della Danimarca e un 96% considerando la Germania.

La ricerca ha inoltre dimostrato un incremento della percezione del biologico come elemento importante e da perseguire nella scelta delle proprie abitudini alimentari. Nei 4 Paesi analizzati, Italia, Francia, Germania e Danimarca, più del 60% degli intervistati ha dichiarato di ottenere maggior soddisfazione nell’acquisto di frutta e verdura biologica. Analizzando le motivazioni di questa soddisfazione emerge che il biologico è considerato più sano e naturale dall’80% dei rispondenti e il 50% ritiene che sia corretto sceglierlo perché fa bene anche all’ambiente. 

L’acquisto regolare (“tutte le volte che faccio acquisti”) di ortofrutta biologica è abitudine solo per il 20% degli intervistati, mentre la maggior parte lo sceglie solo laddove c’è una specifica necessità di consumazione o prodotto. La fotografia in questo senso risulta simile in tutti i 4 Paesi analizzati dove invece cambiano i prodotti biologici più acquistati: in Italia vincono i limoni, seguono poi in ordine mele e pomodori alla pari, arance, kivi e uva da tavola. Per gli altri Paesi abbiamo al primo posto le mele.

Questo miglioramento di percezione della qualità del biologico non è seguito però da un eguale incremento di propensione alla spesa, solo il 48% degli italiani sarebbe disposto a pagare un 10% in più e solo il 21% pagherebbe fino al 20% in più per il prodotto biologico, mentre il 28% non è disposto a pagarlo di più rispetto all’ortofrutta convenzionale.

Nonostante l’aumento della consapevolezza sull’importanza del biologico e il suo impatto positivo sulla salute e sull’ambiente, rimangono sfide significative legate alla propensione alla spesa. Sebbene molti consumatori riconoscano i vantaggi del biologico, un prezzo percepito come più alto rispetto ai prodotti convenzionali rappresenta ancora una barriera riportando nuovamente l’attenzione sulla necessità di attuare strategie mirate a ridurre il divario tra percezione e azione, comunicando con maggiore forza i benefici del biologico in linea con gli obiettivi del progetto Made in Nature. 

La ricerca, infatti, si inserisce nel quadro delle attività di Made in Nature, progetto triennale di promozione e informazione finanziato da Cso Italy e dall'Unione Europea con la partecipazione di aziende del settore dell’ortofrutta biologica: Brio, Canova, Ceradini Group, Conserve Italia, Orogel e Verybio. Dopo tre anni di continue attività, la campagna Made In Nature si concluderà questo mese: oltre 13 milioni di consumatori sono stati raggiunti e coinvolti direttamente nelle attività della campagna, 152 mila buyer e operatori di settore hanno avuto modo di interfacciarsi con la campagna e con le aziende partecipanti e le impression ottenute sono state oltre 264 milioni. Un risultato decisamente positivo testimoniato proprio dall’aumento del valore percepito rispetto all’ortofrutta biologica.

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EFA News - European Food Agency
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