Intelligenza artificiale: un'opportunità per democratizzare il dibattito?
Se ne parla nel saggio "L'algoritmo dell'uguaglianza" a cura di Ruben Razzante

L'intelligenza artificiale? Né angelo, né demone ma strumento potenzialmente utilissimo nelle mani dell'uomo. Il tema è trattato in modo sistematico in un'antologia a cura di Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il libro, dal titolo "L'algoritmo dell'uguaglianza. Intelligenza Artificiale, diritti della persona, crescita delle imprese” (Franco Angeli, 2024, pp. 140), contiene la prefazione della senatrice a vita Liliana Segre e i saggi di Antonio Albanese, Valentina Di Mattei, Stefano Lucchini, Gianmatteo Manghi, Sabina Nuti, Antonio Patuelli, Layla Pavone, Paola Pietrafesa, Walter Riviera, Alberto Tripi, oltre che dello stesso curatore.
Motivo conduttore del volume è il contributo dell'intelligenza artificiale nel come strumento di contrasto alle discriminazioni e volàno di una nuova coesione sociale globale. Secondo gli autori, gli algoritmi possano armonizzarsi con i valori e i diritti fondamentali dell’uomo. Rigettando la montante polarizzazione del dibattito sull’intelligenza artificiale tra apocalittici e integrati, il saggio indica piuttosto le opportunità offerte dalla AI come strumento di contrasto alle discriminazioni, alle povertà e alle emarginazioni e volàno di una nuova coesione sociale globale attraverso leggi eque e illuminate, politiche neutrali e solidali, scelte imprenditoriali nobili e lungimiranti: questo il traguardo cui tendere, alimentando un confronto pluralista e inclusivo sulle nuove traiettorie della democrazia digitale.
"L'AI sta producendo una sorta di jet lag, di disallineamento tra i tempi dell'innovazione tecnologica e quelli delle azioni umane", si legge nell'introduzione. "Per evitare di perdersi dietro le lusinghe di cosmi artefatti, rischiando di cadere nella trappola dell'anestesia della ragione, diventa indispensabile aprire lo scrigno virtuale dell'algoritmo e scrutare con cura gli elementi che ne ispirano il funzionamento. Il filo sottile che lega le pagine di questa pubblicazione è proprio la loro riconducibilità ai valori dell'uguaglianza, dell'inclusività, dell'accessibilità, della sostenibilità nelle molteplici applicazioni dell'Intelligenza Artificiale".
Secondo il curatore, "la democratizzazione del dibattito e degli usi dell’AI serve a scongiurare il rischio che l’attuale trasformazione digitale si traduca in una transizione verso l’ignoto. La Rete esprime la morfologia sociale dell’oggi e dunque occorre sussumere nella dialettica democratica le molteplici spinte trasformative dell’ai affinché quest’ultima possa permeare a fondo il tessuto connettivo della società e irradiare con i suoi benefici il vivere quotidiano".
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