Copa Cogeca, urgente una nuova strategia per le proteine
Occorre concentrarsi su uno dei maggiori contributori alla produzione Ue: la farina di semi oleosi

Un mese fa, Christophe Hansen, Commissario per l'Agricoltura e l'alimentazione, ha presentato la Visione della Commissione per il futuro dell'agricoltura. Tra le numerose misure annunciate, una in particolare si è distinta per i produttori europei di colture proteiche: la rinnovata ambizione di sviluppare un piano globale per affrontare la dipendenza dell'UE dalle importazioni di proteine. "Per chi ha familiarità con le politiche di Bruxelles, questo problema è una sfida ricorrente", sottolinea in un comunicato Stephan Arens, presidente del gruppo di lavoro “Semi oleosi e colture proteiche” del Copa-Cogeca
"La produzione di semi oleosi è una pietra miliare dell'agricoltura dell'Ue, essendo la seconda coltura arabile più diffusa dopo i cereali -spiega Arens-. I semi di colza e di girasole non solo sostengono le industrie alimentari e dei mangimi dell'Ue, contribuendo così a ridurre la dipendenza dalle proteine vegetali importate, ma servono anche come risorse chiave per le energie rinnovabili nei trasporti, contribuendo direttamente alla decarbonizzazione e all'indipendenza energetica".
"Inoltre -prosegue Arens-, i semi oleosi svolgono un ruolo fondamentale nell'agricoltura sostenibile, migliorando la rotazione delle colture, immagazzinando carbonio e fornendo diversi tipi di servizi ecosistemici. Tuttavia, nonostante la sua importanza strategica per l'autosufficienza dell'Ue, la salvaguardia del settore non sembra essere una priorità, a giudicare dal divario tra parole e azioni.
Negli ultimi anni, il settore europeo dei semi oleosi è stato colpito da una combinazione di sfide produttive e di perturbazioni commerciali. Con poche restrizioni sui semi oleosi ucraini e solo tariffe limitate sugli oli, le esportazioni ucraine di semi oleosi e prodotti correlati (farina e olio) sono raddoppiate da 5,5 milioni di tonnellate nel 2021 a 11 milioni di tonnellate nel 2024. Mentre l'Ue ha imposto restrizioni alle importazioni di prodotti come lo zucchero, non sono state adottate misure per limitare le importazioni di semi oleosi".
"La Commissione -dice Arens- sta ora valutando regole di certificazione più severe, ma non è certo che seguiranno azioni concrete. Con l'aumento delle importazioni che deprimono i prezzi e l'impennata dei costi di produzione le prospettive per i coltivatori di semi oleosi dell'UE stanno diventando sempre più fragili. E se le tensioni commerciali globali si intensificano, la situazione potrebbe peggiorare".
"Tutto questo -spiega Arens- ci porta a un importante paradosso: nonostante la sua importanza strategica, le prospettive per il settore dei semi oleosi dell'Ue sono sempre più precarie. E con l'aumento delle incertezze commerciali a livello mondiale, soprattutto alla luce di una seconda amministrazione Trump, la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Il Canada, terzo esportatore mondiale di semi oleosi, spedisce ogni anno oltre 3,2 milioni di tonnellate di semi oleosi e prodotti correlati negli Stati Uniti: se Trump impone una tariffa del 25%, gran parte di questo surplus potrebbe essere reindirizzato verso l'Ue, intensificando la pressione sui produttori europei. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno già annunciato un divieto sulle importazioni di UCO cinesi a partire dal 2025. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno importato oltre 1,2 milioni di tonnellate di UCO cinese, una parte significativa del quale potrebbe essere dirottata verso l'UE, destabilizzando ulteriormente il mercato del biodiesel".
L'Ue, sottolinea la nota, "non può permettersi ulteriori tensioni sulla sua produzione di semi oleosi. Sono necessarie misure urgenti per garantire la disponibilità e l'accessibilità economica di strumenti di produzione essenziali, mitigando al contempo i rischi commerciali. Data la complessità del problema, non esiste una soluzione unica. Sarà invece necessaria una serie di politiche mirate per sostenere efficacemente il settore. La Commissione deve basare la sua prossima strategia sulle proteine sulle giuste valutazioni e presentare proposte concrete e attuabili che si traducano in un impatto reale sul campo. A mio avviso -dice Arens- per avere successo, questa strategia deve anche concentrarsi su uno dei maggiori contributori alla produzione europea di proteine vegetali: la farina di semi oleosi, un sottoprodotto cruciale di una politica dei biocarburanti incentrata sulla sostenibilità".
EFA News - European Food Agency