Assobirra chiede lo stop all'aumento delle accise
Con i rincari è in pericolo un settore da 9 miliardi di Euro
Il comparto della bitta vive un momento a due velocità. Da una parte registra il susccesso dei consumatori e degli estimatori che sono sempre di più, soprattutto adesso che ci sono le feste di Natale (vedi notizia Birra protagonista delle tavole italiane a Natale) dall'altra si scontra con sempre maggiori difficoltà a livello di produzione. una situazione che si tradcina da tempo (vedi notizia Birra/2. A rischio la filiera della birra).
Le ultime difficoltà sono attestate da Assobirra secondo cui il comparto "vive con grande apprensione i lavori sulla Legge di bilancio, in quanto rischia di dover fronteggiare un aumento insostenibile della tassazione a partire dal 1° gennaio 2023". Parliamo di un settore che annovera "850 tra grandi, medie e piccole aziende, Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra- di valore complessivo generato, 118.000 dipendenti e oltre 250 milioni di Euro di investimenti solo negli ultimi 4 anni", sottolinea Assobirra.
"Aumentare le tasse adesso, dopo due anni di covid e di crisi economica è un trattamento che il settore non merita nel modo più categorico -sottolinea Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra-. Auspichiamo che il Governo tenga conto delle nostre reali e concrete preoccupazioni prorogando la misura per il 2023".
"Gli aumenti -ribadisce il presidente- impatteranno in modo devastante sui piani di investimento in impianti, crescita e sviluppo della filiera agricola delle aziende e che vedrebbero un aggravio fino al 30% del costo di accise nei piccoli produttori".
Al centro della questione c'è, come mette in risalto una nota di Assobirra "l'emendamento a firma Nevi, Carloni, Cerreto, Gadda con cui si chiede di prorogare per tutti la riduzione a 2,94 Euro per ettolitro di grado plato, l'unità di misura della birra, unitamente a sconti progressivi per i piccoli birrifici con produzione annua fino a 60 mila ettolitri, misura dal costo complessivo di 12 milioni di Euro".
"In questi mesi -spiega è stato sviluppato un percorso importante con il ministro per l'Agricoltura e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e tutte le forze politiche di maggioranza sulla necessità di rendere più competitivo il comparto italiano della birra in Europa, dove i principali produttori, Germania e Spagna in primis, godono di un livello di accise nettamente più sostenibile del nostro, il quale favorisce l'importazione di birra straniera in Italia, a discapito dello sviluppo del mercato interno".
"La proroga sul 2023 di livelli più bassi di accise -aggiunge Pratolongo- è condivisa e sostenuta da tutte le associazioni del comparto, AssoBirra, Coldiretti e Unionbirrai. Parliamo di un settore unito che non chiede aiuto, ma sostegno alla crescita economica e competitiva della filiera nonché allo sviluppo di una cultura italiana delle birra sempre più apprezzata, anche all'estero".
EFA News - European Food Agency