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CLARA MOSCHINI

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Stop al marketing verde sui prodotti alimentari

E' quanto chiede all'Ue il Beuc, l'organizzazione europea dei consumatori

Le dichiarazioni di neutralità climatica sui prodotti alimentari devono essere vietate. Lo dicono le associazioni dei consumatori Ue riunite nel Beuc, Bureau européen des unions de consommateurs, l'Organizzazione europea dei consumatori con sede a Bruxelles, in Belgio, che riunisce 45 organizzazioni europee di consumatori di 32 paesi. Le indicazioni ingannevoli sulla "neutralità dal carbonio" sono molto diffuse nel settore alimentare e confondono i consumatori, sostiene Beuc: lo dimostra un'istantanea di esempi pubblicata oggi da gruppi di consumatori di dieci Paesi. Per questo Beuc, in una nota ufficiale, "chiede all'Ue di vietare l'uso di indicazioni sulla neutralità dal carbonio per tutti i prodotti, compresi gli alimenti e le bevande, mentre sia la Commissione europea che il Parlamento affronteranno il greenwashing nelle prossime settimane".

Il 22 marzo la Commissione europea dovrebbe presentare una proposta contro il "marketing verde" e per ancorare le dichiarazioni di sostenibilità in etichetta a pratiche sostanziali su ambiente e clima.

In sostanza, dalle banane ai mirtilli, dal latte agli hamburger vegetali, fino all'acqua in bottiglie di plastica monouso, sono tutti alimenti che non possono essere definiti a "emissioni neutre" (carbon neutral), e affermazioni di questo tipo in etichetta andrebbero vietate. L'associazione dei consumatori Ue, che alle etichette che indicano pratiche sostenibili nella produzione di alimenti ha dedicato un rapporto che indico come nella grandissima maggioranza dei casi, l'affermazione "emissioni neutre" è fuorviante perché si riferisce a programmi di compensazione della CO2 (per esempio, piantare alberi in un Paese in via di sviluppo) che non danno nessuna garanzia circa il reale impatto sulle emissioni.

"Non esiste una banana o una bottiglia d'acqua di plastica CO2 neutrale: le dichiarazioni di neutralità rispetto al carbonio sono puro e semplice greenwashing -spiega Monique Goyens, direttore generale Beuc-. È una cortina di fumo che dà l'impressione che le aziende stiano prendendo provvedimenti seri e immediati sul loro impatto climatico. La verità è che stanno ritardando l'azione di molti anni, compensando le loro emissioni di carbonio". 

"Piantare alberi che impiegheranno decenni per crescere -sottolinea Goyens- è molto più facile ed economico, ma significativamente meno efficace, che tagliare le emissioni delle loro attuali attività dannose per il clima. I messaggi di marketing ecologico come carbon neutral, CO2 neutral o carbon positive fanno più male che bene. Per quanto riguarda la carne o i prodotti lattiero-caseari dannosi per il clima, tali affermazioni positive sono destinate a incoraggiare uno status quo nelle abitudini di consumo. Questo è assolutamente controproducente in un momento di emergenza climatica, in cui i consumatori hanno bisogno di informazioni affidabili e significative che li aiutino ad adottare diete più rispettose dell'ambiente. L'Ue deve cogliere le opportunità legislative che si presenteranno nelle prossime settimane per eliminare dal mercato le diciture carbon-neutral".

 

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EFA News - European Food Agency
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