Carrefour, cassa integrazione a Torino
A rischio 850 posti di lavoro: riunione sindacati-azienda il 22 gennaio
Mentre in Francia la casa madre Carrefour si impegna in una battaglia pòer far abbassare i prezzi ai fornitori, soprattutto a quelli più grandi come le multinazionali modello PepsiCo (leggi EFA News) in Italia, un po' più prosaicamente, la filiale comunica alle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil di Torino l'apertura della procedura per l'avvio della cassa integrazione straordinaria. L'iniziativa coinvolge 850 dipendenti di sei ipermercati dell'area metropolitana torinese, dalla struttura di corso Montecucco, a quelle di Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino e Burolo. La cassa durerà un anno ed è quantificata nel 20% delle ore lavorate.
È la stessa Carrefour ad avere annunciato la notizia. "Carrefour Italia comunica di aver avviato la richiesta di attivazione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per 6 ipermercati dei 43 punti vendita diretti della Regione Piemonte: Burolo, Torino Corso Montecucco, Nichelino, Grugliasco, Collegno e Moncalieri Rossi. La cassa integrazione avrà una durata massima di 12 mesi per un ammontare ristretto di ore lavoro complessive in ciascun punto vendita, per un impatto sulle ore lavorate pari al 4% del totale ore lavorate dei dipendenti diretti impiegati in Regione Piemonte".
"La richiesta -spiegano da Carrefour- si rende necessaria dalla crescente complessità dello scenario economico complessivo, unitamente all'esigenza di semplificare e ottimizzare l'organizzazione delle attività in punto vendita del formato Iper al fine di assicurarne la sostenibilità economica e la continuità operativa. L'azienda conferma di voler continuare a consolidare la propria presenza in Piemonte e si rende disponibile a un confronto con tutte le istituzioni competenti interessate".
Ovviamente i sindacati non ci stanno e si schierano sul piede di guerra. La richiesta di Cigs verrà discussa lunedì prossimo 22 gennaio dalle parti sociali e dai vertici italiani della multinazionale francese. "Pur prendendo atto dei dati comunicati dall'azienda -scrivono in una nota Fisascat Cisl, Uiltucs e Filcams Cgil- le organizzazioni sindacali hanno chiesto di poter conoscere quale tipo di investimenti l'azienda intende mettere in campo al fine di risollevare le sorti dei sei punti vendita". Le risposte di Carrefour, secondo i sindacati, sarebbero state "fumose e poco convincenti". L'obiettivo delle parti sociali è ora è trovare forme alternative alla Cigs per non penalizzare ulteriormente i lavoratori che attendono da 4 anni il rinnovo contrattuale.
Come abbiamo accennato, la cassa integrazione richiesta dall'azienda riguarda sei punti vendita: Montecucco (264 occupati a rischio); Collegno (161 addetti); Grugliasco (269); Moncalieri (123); Burolo (126); Nichelino (206). Restano fuori dalla misura le piccole superfici, dove la grande distribuzione ha aperto supermercati di vicinato. Carrefour a Torino fino a dieci anni fa dava lavoro a 4 mila persone, oggi a meno di duemila. L'ultimo ricorso alla cassa integrazione risale al 2015.
EFA News - European Food Agency