Latte Trento, addio al consorzio
Il malcontento dell'azienda che produce circa il 40% del latte prodotto in Trentino
È bastata una pec da parte di Latte Trento il più grande caseificio del Trentino per dire addio al Concast, il consorzio dei caseifici sociali trentini. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'ipotesi che sarebbe emersa in uno degli ultimi consigli di amministrazione di Concast: la decisione di acquistare latte dall'Alto Adige per produrre formaggio, "facendo concorrenza alle cooperative socie" come accusa Latte Trento.
La presa di posizione di Latte Trento, che raccoglie circa il 40% del latte prodotto in Trentino, cioè 140 mila tonnellate annue, dovrebbe comportare per il Consorzio la perdita di circa 10 mila forme di grana sulle 94 mila conferite nell'ultimo anno.
Nella mail inviata da Latte Trento, riportata sul sito de L'Adige,il presidente Renato Costa sottolinea: "assistiamo a investimenti non condivisi, alla completa assenza della filosofia sulla qualità, alla gestione fallimentare con risultati insufficienti sulla remunerazione dei prodotti". Una politica non condivisa che, secondo Costa, ha portato negli anni al calo dei conferimenti di grana, siero (da 720 mila ettolitri a 702 mila in un anno), burro (1.375 tonnellate nel 2023 contro le 1.496 del 2022 e le 1.609 del 2021) e panna.
Latte Trento ha chiuso il 2023 con un bilancio record: fatturato a 65 milioni di Euro, +5% sul 2022, utile di 110 mila Euro e remunerazione media ai soci di 76 centesimi al litro di latte. Concast ha chiuso il 2023 con un valore della produzione in calo del 6%, da 67,3 a 63,4 milioni di Euro.
EFA News - European Food Agency