Carosello: vent'anni di brand indimenticabili
Da Montana a Cynar: un libro-retrospettiva sulle pubblicità che hanno fatto la storia del Belpaese
L'ultimo Carosello andò in onda poco meno di mezzo secolo fa. Un'autentica pietra miliare della TV italiana nella sua prima fase, quella in bianco e nero. Un ventennio esatto (3 febbraio 1957 - 1° gennaio 1977) che ha fatto la storia della pubblicità, dando vita a un autentico "unicum" mediatico a livello mondiale.
Sul finire degli anni '70 anche nel nostro Paese arrivò la tv a colori ma non fu questa innovazione a determinare l'obsolescenza di Carosello. I tempi erano cambiati, il fattore commerciale iniziava ad avere il sopravvento su quello artistico (che pure non è mai venuto meno nella pubblicità dei decenni successivi), così come erano cambiate le esigenze dei brand. L'attore famoso e brillante non era più fondamentale nel veicolare l'efficacia del messaggio, senza dimenticare che i tempi di ogni spot del Carosello erano enormemente dilatati rispetto agli attuali, con il brand che appariva soltanto per pochi secondi alla fine di ogni episodio.
Eppure, a chi ha più di 50-60 anni, Carosello è rimasto impresso nella mente. Molto più di un ricordo d'infanzia o di gioventù: uno stile di vita, lo specchio di un'epoca. Al "come eravamo", televisivamente parlando, negli anni '50, '60 e '70 del secolo scorso, è dedicato un gustoso saggio di Marco Melegaro, dal titolo "Aspettando Carosello. Specchio e sogno di un'Italia spensierata" (Zolfo Editore, 2024). 300 pagine che scorrono rapide e senza noia, in una carrellata di immagini, loghi, pupazzi, divi e, ovviamente prodotti, che sono parte integrante - reale e simbolica - dell'Italia del boom. Una fase storica forse ignorata dalle nuove generazioni e dimenticata dalle vecchie ma senza la quale non saremmo diventati la società che siamo attualmente.
Parlare di Carosello, significa inevitabilmente parlare dei primi veri prodotti a largo consumo. Tra questi, numerosi brand agroalimentari: dall'Olio Sasso (chi, tra i più anziani, non ricorda il tormentone "la pancia non c'è più"?) ai liquori (Stock e Ramazzotti in primis) e agli amari (l'intramontabile Cynar), fino alle ambientazioni western (carne Montana) o esotiche (Caffè Paulista). Brand che hanno avuto il privilegio di campagne pubblicitarie dirette da registi di grido. Uno su tutti: Tè Ati di Ermanno Olmi.
Un ventennio da non dimenticare, da scoprire o da riscoprire, a seconda dei casi. E quando il video va in archivio, la carta rimane sempre a disposizione sui nostri comodini per una piacevolissima ed emozionante lezione di storia.
EFA News - European Food Agency