Fondazione Farming for future: bene Corte dei conti Ue sul Green deal
L'organismo del Consorzio italiano biogas: valorizzare le risorse esistenti e accelerare il percorso
"Dalla Corte dei Conti Ue è arrivato un importante monito sulla strategia agricola comune". Lo ha ribadito oggi la Fondazione Farming for Future che guarda con attenzione alla relazione della Corte che pochi giorni fa ha bacchettato duramente l'Ue sul Green deal (leggi EFA News). Farming for future, oggi, si dichiara apertamente a fianco delle critiche dei revisori di Losanna perché, spiega in una nota, essi hanno "messo a fuoco l'importanza di prevedere politiche di lungo respiro che tengano conto anche degli obiettivi ambientali e di mercato".
La Corte, lo ricordiamo, ha espresso preoccupazioni riguardo al sostegno di Bruxelles all'agricoltura biologica, evidenziando le carenze strategiche e l'assenza di obiettivi definiti per il 2030, in un mercato che rimane ancora confinato a una nicchia: sotto i riflettori è passata anche la Pac, accusata di non soddisfare a pieno gli obiettivi ambientali e climatici dell'Ue, in particolare per quanto riguarda i piani nazionali. In risposta, la Commissione ha confermato il proprio sforzo nel perseguire gli obiettivi legati allo sviluppo dell'agricoltura biologica, nonostante i fattori esterni, come la guerra in Ucraina, che ne stanno rallentando il progresso.
In questo contesto, la Fondazione Farming for Future, nata con il supporto del CIB-Consorzio Italiano Biogas, si schiera a fianco della Corte dei Conti nella critica all'Ue e indica una strada che si propone di integrare agricoltura, industria e ricerca attraverso un percorso condiviso con tutti gli attori chiamati ad attuarla.
"La Fondazione si concentra sugli strumenti concreti che permettono all'agricoltura di abbattere le emissioni piuttosto che le produzioni, chiamando in causa tutti coloro che dovranno farsi carico della sfida -spiega la presidente della Fondazione Diana Lenzi-. Se tutti siamo d'accordo con l'obiettivo di ridurre le emissioni e l'uso della fertilizzazione di sintesi, la ricetta per raggiungere questa sfida a mio avviso non risiede tanto ad esempio nell'estensione delle aree dedicate al biologico, ma in un cambio di paradigma nella gestione del suolo e nella filiera di produzione agricola che, come propone la Commissione, deve guardare tutto il percorso, dal campo alla forchetta".
Le sfide del settore primario sono molteplici e su più campi: quello alimentare, energetico e digitale. "Come ogni transizione multipolare -dice la Fondazione- bisogna valorizzare tutte le risorse già esistenti per poter accelerare il percorso con il minor costo per coloro che devono attuarla. In questo senso, il modello proposto dalla Fondazione può essere letto da diverse angolazioni. Partendo da ciò che residua, ad esempio, dal processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas e biometano otteniamo il digestato. Un sottoprodotto che ha dimostrato di essere un ottimo fertilizzante organico e di svolgere un ruolo cruciale per la fertilità dei suoli, che potrebbe fornire un supporto prezioso anche in agricoltura biologica".
Per questo motivo, nel monito della Corte, la Fondazione riconosce anche un richiamo all'impianto generale su cui la Farm to Fork pone la sua ratio.
"La sfida per l'agricoltura biologica europea per svilupparsi efficacemente -prosegue Lenzi- deve considerare le agricolture che si svolgono nei diversi Stati, proponendo misure che rappresentino davvero una sintesi delle esigenze, attraverso approcci replicabili. Partendo dall'esperienza italiana e dal modello che abbiamo costruito possiamo davvero ridurre le emissioni, preservando la competitività del settore. Il digestato, in questo senso, così come la diffusione di pratiche innovative che consentono di ridurre gli input per unità di prodotto finito, rappresentano una soluzione chiara".
"Con il lavoro della Fondazione -aggiunge Lenzi- che spinge sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico e di esperienze in ambito agricolo, auspichiamo di poter diffondere e ampliare la voce degli agricoltori italiani affinché la prossima Commissione europea e il lavoro del nuovo Commissario Hansen portino a importanti passi in avanti e un cambio netto di rotta. Solo partendo da ciò che c'è e funziona si possono costruire politiche efficaci, volano per gli investimenti e per lo sviluppo. La riforma della Pac non è esclusa da questa riflessione".
"È fondamentale -conclude la presidente della Fondazione Farming for Future- che l'agenda europea adotti una visione strategica di lungo periodo, che guardi ai diversi mercati a cui si rivolge l'agricoltura per costruire un settore efficiente ed equo, in grado di affrontare le sfide future".
EFA News - European Food Agency