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CLARA MOSCHINI

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Fiorucci, sindacati replicano all'azienda: no esternalizzazioni

La proprietà propone di ridurre gli esuberi del 20% e conferma piano di rilancio

Con un comunicato stampa congiunto, la triplice sindacale replica a muso duro alla proprietà (straniera) di Fiorucci, che era intervenuta con una nota alla vigilia di Natale sulla crisi del gruppo (vedi articolo di EFA News).

Innanzitutto Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, negano qualsiasi apertura su eventuali esternalizzazioni. "Contrariamente a quanto dichiarato dalla proprietà, nessuna apertura è stata avanzata dalle sigle sindacali riguardo alle ipotesi di esternalizzazione e/o terzializzazione della produzione. Le Organizzazioni Sindacali e le RSU hanno, al contrario, ribadito la loro ferma opposizione a qualsiasi forma di esternalizzazione o terzializzazione per le lavorazioni".

"Le Organizzazioni Sindacali - prosegue il comunicato, hanno esplicitamente richiesto la revoca dell’attuale processo di riduzione del personale. Richiesta mirata a salvaguardare il futuro dello stabilimento di Santa Palomba e a eliminare qualsiasi forma di risoluzione dei rapporti di lavoro che non sia sorretta dal requisito della volontarietà".

In ogni caso, i sindacati "ribadiscono la loro piena disponibilità a un confronto costruttivo, partecipato e condiviso. E in merito al piano di rilancio, richiedono tempistiche e modalità diverse rispetto alle prospettive indicate dalla Dirigenza aziendale. In particolare, si chiede una pronta e incondizionata messa a disposizione delle somme preventivate dalla Fiorucci a titolo di investimento pluriennale a 6 anni. Questo al fine di preservare la natura industriale dello stabilimento e garantire la piena ricollocazione sul mercato del marchio Fiorucci, posizionandolo in modo predominante rispetto alla concorrenza".

In precedenza l’azienda aveva comunicato la disponibilità a ridurre gli esuberi del 20% rispetto ai 211 previsti – di cui circa 100 pensionabili entro 48 mesi -, a fronte della disponibilità dei sindacati a valutare gli ammortizzatori aziendali proposti e la possibilità di trasferire le attività a minor valore aggiunto a fornitori specializzati, in linea con le prassi adottate dalla concorrenza.

Confermato anche il piano di rilancio, che prevede investimenti per 32 milioni in 6 anni, di cui almeno 7 nei prossimi 2 anni, concentrato sull’automazione e modernizzazione degli impianti, sullo sviluppo dell’export e il rafforzamento della forza vendita, sulla sicurezza sul lavoro e l’igiene per tutelare dipendenti e clienti finali.

Infine la proprietà, composta dalla tedesca Navigator Group e dall'rlandese White Park Capital, ha confermato l'iniezione di capitali in funzione delle perdite degli ultimi 12 mesi e degli elementi di debito per attuare il turnaround nei 18 mesi successivi all'acquisto dalla precedente proprietà, la messicana Sigma Alimentos. "L’azienda, precisa la proprietà, non ha debiti verso terzi o banche".

red - 37007

EFA News - European Food Agency
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