Federvini /2. Boom export vino (+118%) nel ventennio 2003-2023
Ancora più forte l'exploit degli spirits (+300%), di cui l'Italia è il quinto produttore mondiale
Dalle iniziative di Irlanda e più recentemente del Belgio sugli health warnings, alla revisione della direttiva sugli imballaggi fino alla normativa sull'etichettatura e al Regolamento relativo alle Indicazioni Geografiche, numerose sono state le tematiche che hanno interessato i comparti di Federvini nel corso del quinquennio di legislatura appena chiuso. Dossier dall’evidente impatto che a volte non hanno tenuto in considerazione il valore non soltanto economico ma anche sociale e culturale espresso dalle imprese e dalle produzioni vitivinicole, di spiriti e di aceti.
L’auspicio espresso da Federvini durante l'assemblea generale (leggi notizia EFA News) è che il nuovo Parlamento europeo che uscirà dalle urne dimostri un approccio realistico guidato dalla considerazione di elementi oggettivi nell’ottica di una promozione equilibrata delle componenti produttive, a partire dall’occupazione e dall’economia dei territori, attenzioni che hanno caratterizzato il mandato parlamentare in chiusura di numerosi rappresentanti italiani.
“Il nuovo assetto delle istituzioni comunitarie che si definirà dopo la tornata di giugno sarà un fattore determinante per l’orientamento delle politiche che riguardano i nostri comparti, dall’etichettatura alla tutela dei prodotti tipici, fino alla competitività”, ha aggiunto il presidente Pallini. “In questo senso auspichiamo che la prossima legislatura europea sappia mantenere la barra dritta come hanno saputo fare quei parlamentari europei italiani a cui tanto dobbiamo per il loro impegno e le loro conquiste in questi cinque anni non facili. L’auspicio è che anche la nuova legislatura possa contare su donne e uomini capaci di ascoltare e confrontarsi con le categorie produttive, dotati di una visione razionale e rispettosa delle specificità e del valore espresso da filiere strategiche non soltanto per l’economia nazionale, pronti a costruire ponti e alleanze fra le diverse nazionalità e famiglie politiche che compongono l’emiciclo di Strasburgo”.
Secondo i dati dell’Osservatorio Federvini, in collaborazione con Nomisma e TradeLab, l’export di vini italiani negli ultimi 20 anni ha conosciuto una sensibile crescita, passando da una quota di mercato del 17% nel 2003 (con la Francia al 38%) al 22% nel 2023 (i transalpini invece flettono al 33%). Un risultato che permette all’Italia di consolidare, grazie al complessivo +188% in valore di export, il secondo posto mondiale e assume un carattere ancor più straordinario se pensiamo all’incremento dei mercati in cui l’Italia esprime una posizione di leadership: 46 contro i 51 della Francia (vent’anni fa erano 9 versus 41).
Evidenze positive che emergono anche sul fronte degli spiriti: negli ultimi 20 anni, secondo Nomisma, l’export ha registrato un incremento del 300% per un valore di 1,7 miliardi di euro (oggi l’Italia è il quinto top exporter globale). L’andamento positivo delle vendite oltre frontiera si conferma per il comparto degli aceti (+180% a valore negli ultimi venti anni). In generale, anche in considerazione di un calo strutturale dei consumi interni, le esportazioni assumono un carattere strategico, rappresentando un fatturato del 50% per i vini, del 35% per gli spiriti e del 48% per gli aceti.
Secondo i dati forniti da TradeLab la stragrande parte degli italiani vede il “fuori casa” come un'occasione di convivialità e socialità. L’80% sceglie di bere principalmente durante occasioni sociali in accompagnamento al cibo distribuite lungo tutta la settimana, con il 27% che sostiene di consumare sempre la stessa tipologia di bevanda e il 40% che effettua la propria scelta in base alla particolare occasione di consumo. Il 95% del campione intervistato consuma bevande alcoliche in compagnia, un’abitudine che conferma il fattore della socialità quale elemento decisivo nelle scelte di consumo. Una tendenza che vede nell’aperitivo serale un fenomeno in netta crescita con 14 milioni di italiani che lo organizzano in occasioni fuori casa per un giro d’affari complessivo di 4,5 miliardi di euro.
In un contesto turbolento come quello di oggi, la tutela degli interessi delle imprese delle tre industrie di cui Federvini è portavoce passa necessariamente anche dal sostegno ai princìpi e valori del consumo responsabile e moderato che proprio nello stile della dieta mediterranea trovano la migliore espressione. Una ricchezza unica al mondo di cui l’Italia può farsi con rinnovato slancio ambasciatrice nel mondo, a vantaggio anche della dimensione europea nel suo complesso, mettendo in luce il proprio modello virtuoso che dovrà essere promosso a livello internazionale. Importante a tale riguardo sarà la dichiarazione politica dell’ONU sulle malattie non trasmissibili in calendario per il prossimo anno a New York.
EFA News - European Food Agency