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CLARA MOSCHINI

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G7 Agricoltura/4. Agromafie: l'impegno dei Carabinieri

Un convegno organizzato dalla prima polizia "verde" d'Europa

Tra gli stand presenti al G7 Agricoltura e Pesca in corso a Siracusa, spiccano quelli del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (Cufa), che, nella giornata di lunedì, presso il Siracusa International Institute ha tenuto un incontro pubblico sul tema delle "agro-mafie". Al dibattito, tra i relatori, ha preso parte il generale di Corpo d'Armata Andrea Rispoli, comandante del Cufa, definita prima forza di polizia “verde” d’Europa con ben 8000 uomini e donne operanti su tutto il territorio nazionale

Il generale Rispoli ha ricordato che l’azione del Comando Tutela Agroalimentare agisce su due direttrici per la prevenzione e repressione delle frodi, relative alla produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroalimentari e ai fondi dell’Unione Europea. Nel recente periodo sono fortemente attenzionati il settore lattiero-caseario, ortofrutticolo, oleario, dei fitosanitari, vitivinicolo. I comportamenti illeciti più frequentemente riscontrati sono le adulterazioni, contraffazioni e sofisticazioni; la vendita di merce sprovvista di etichettatura; il cibo distribuito in stato di cattiva conservazione, deperito, riconfezionato; ma anche il caporalato, l’illecita gestione dei rifiuti e l’evasione fiscale. Il principale obiettivo di tali comportamenti illeciti è l’abbassamento dei costi nella grande distribuzione, a discapito della qualità e sicurezza dei prodotti. Un ramo fortemente interessato alla criminalità organizzata con particolare concentrazione nel Sud Italia (clan mafiosi siciliani, pugliesi e ‘ndranghetisti), è quello dei Fondi per l’agricoltura che caratterizzano cospicui incentivi pubblici, europei e nazionali, per il sostegno alla filiera e al reddito degli imprenditori agricoli.

Su questo fronte, rilevano i militari, c’è il costante rischio che la sottrazione di denaro pubblico agli imprenditori onesti favorisce il fallimento delle aziende, lo spopolamento delle aree rurali e l’abbandono di un settore strategico. Qui, l’azione repressiva da parte dell’Arma è costante e necessita di complessi impianti investigativi di contrasto (specificità, professionalità, conoscenza, informativa, tecnologia ed esperienza), ma anche di collaborazione con le altre articolazioni dell’Arma, con le altre Forze di polizia e con altri enti pubblici (l’Agenzia delle Dogane, l’Agenzia delle Entrate, il Crea, l’Ismea, l’Agea e l’Icqrf).

Rispoli ha poi lanciato un monito importante per affrontare al meglio le sfide moderne legate all’ambiente e al settore agroalimentare, sottolineando la necessità di un approccio integrato tra i diversi attori istituzionali (e non), la necessità di “fare squadra”, nonché la specializzazione e l’aggiornamento continuo da parte delle forze di polizia e degli inquirenti. Occorrono, inoltre, non solo leggi e regole ma anche prevenzione, educazione e formazione, per lo sviluppo di una cultura, di una scienza, di valori condivisi. “Siamo convinti", ha concluso il generale, "che, anche in questo importante settore, la vicinanza alle esigenze del territorio e l’alleanza operosa tra le Istituzioni possa produrre grandi risultati e alimentare la fiducia della comunità nelle Istituzioni stesse, contribuendo altresì allo sviluppo economico-sociale e alla competitività nazionale, per il nostro bene e per quello delle future generazioni, come la nostra Costituzione ci richiama a fare”.

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