It does not receive public funding
Editor in chief:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Nestlè "immune" dalle eventuali tariffe di Trump?

Il ceo Laurent Freixe: "siamo in posizione privilegiata: produciamo dove vendiamo"

“Siamo in una posizione unica e privilegiata che ci permette di resistere a movimenti significativi". Lo ha dichiarato il ceo di Nestlè, Laurent Friexe suggerendo che il più grande produttore di alimenti al mondo è “immune” dalle tariffe doganali che Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di imporre sulle importazioni. Questo, sostiene il ceo della multinazionale, grazie alla forma della sua "impronta produttiva". 

Freixe, parlando con gli analisti a commento dei dati di bilancio 2024 resi noti nei giorni scorsi (leggi notizia EFA News) ha detto che l'azienda sta monitorando la situazione. “Siamo in una posizione unica e privilegiata che ci permette di resistere a movimenti significativi -ribadisce il manager. Produciamo dove vendiamo. Quasi tutto ciò che vendiamo lo produciamo in quella determinata area geografica: il 90% di ciò che vendiamo negli Stati Uniti è prodotto negli Stati Uniti e quindi è immune dalle tariffe. Lo stesso vale per la Cina e l'Europa”.

Interrogata dagli analisti sul rischio derivante dall'imposizione di tariffe sui materiali utilizzati per i prodotti Nestlé, il direttore finanziario Anna Manz ha dichiarato di disporre di “molti meccanismi” a livello locale che potrebbero essere impiegati nel caso in cui l'azienda dovesse modificare le proprie fonti di approvvigionamento. Ma, ha ammesso Manz, "le indicazioni di Nestlé per quest'anno, ossia migliorare le vendite nette organiche rispetto al 2024, escludono l'impatto delle tariffe. Le mosse tariffarie potrebbero cambiare notevolmente il quadro dell'inflazione”.

I prezzi di Nestlé si sono ridotti all'1,5% nel 2024, rispetto al 7,5% dell'anno precedente: il che, secondo Manz, “riflette una riduzione dell'inflazione dei costi di produzione”. Tuttavia, la manager ha dichiarato che l'azienda dovrà adottare ulteriori misure di pricing a causa della “significativa pressione inflazionistica nel cacao e nel caffè”.

I prezzi dell'azienda in Nord America sono stati solo dello 0,4%, a causa del difficile contesto operativo e della forte concorrenza. Per questo Manz ha dichiarato che “la crescita è stata deludente in Nord America” mentre Freixe, ceo dallo scorso settembre (leggi notizia EFA News) ha sottolineato le difficoltà di approvvigionamento delle creme di caffè e la “pressione” della categoria dei surgelati.

Fc - 48063

EFA News - European Food Agency
Related
Similar
◄ Previous page