Api lancia l'allarme piscicoltura in Italia
La siccità mette a rischio il settore. Salvador: "chiediamo l'intervento delle istituzioni"
![Piscicoltura](https://www.efanews.eu/resources/big/94a08524f4f783255cba5fbd5e2b5e84.jpg.webp)
“Non possiamo fermare, nemmeno provvisoriamente, la nostra attività, né possiamo attuare una sorta di fermo pesca, tantomeno un lockdown". Lo ha sottolineato Pier Antonio Salvador, presidente dell’Api, l’associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura. La siccità estrema che si protrae da tempo crea notevoli disagi in gran parte dell’Italia dove c’è attività di acquacoltura: tra l'altro, d’estate si consuma più pesce, ma quello allevato in Italia è stato messo a durissima prova dalla drammatica mancanza di piogge. Non solo: l’Italia è il paese dove si mangia più pesce e solo due, ogni 10 consumati, sono di provenienza nazionale.
"Il ciclo biologico, il benessere dei pesci, qualsiasi sia la loro taglia, da avannotto a pronto per il consumo rendono impossibile qualsiasi blocco dell'attività: le criticità sono enormi per riuscire salvaguardare il pesce allevato che, con un ciclo vitale fino a 18 mesi, si rifletterà sulle tavole natalizie, creando un danno economico incalcolabile”, aggiunge Salvador. “Senza piogge ristoratrici -prosegue-, ci aspetta una stagione negativa, aggravata dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime che, da una stima effettuata, hanno fatto lievitare i costi su una scala che va dal 30%, per la troticoltura con acqua da derivazione superficiale e impianti offshore, al 40/50% per le strutture a forte consumo energetico”.
“La piscicoltura italiana avrebbe tutte le carte in regola per essere tra i leader europei -conclude il presidente dell'Api-. Chiediamo che le istituzioni ascoltino anche la voce dell’acquacoltura, settore importate tanto quanto la pesca, soprattutto in momenti critici come quello che stiamo attraversando. Siamo un comparto efficiente e sostenibile, ma soprattutto necessario per assicurare l'approvvigionamento di prodotto ittico sicuro, di qualità e di elevato valore nutrizionale”.
Nel 2021, la piscicoltura ha sfiorato i 300 milioni di Euro per il solo pesce, superato i 35 milioni di Euro per avannotti e uova embrionate, con produzioni di 55 tonnellate per il caviale, cosa che ha fatto dell'Italia il primo produttore europeo e il secondo nel mondo: oltre a questo il nostro Paese ha prodotto 25 tonnellate per le uova di trota destinate al consumo umano.
EFA News - European Food Agency