Destinato a durare l'impatto della guerra sui rincari alimentari
Per Schroders "i prezzi, in particolare del grano, rimarranno su livelli così alti anche nel prossimo futuro"
![Grano duro](https://www.efanews.eu/resources/big/8a016f603e4bb3c0bf31a21e2e4d9fe5.jpg.webp)
"Le oscillazioni dei prezzi di alcune materie prime agricole sono state drammatiche da quando la Russia ha invaso l’Ucraina alla fine di febbraio: i prezzi, in particolare del grano, hanno fatto un balzo in avanti e riteniamo che possano rimanere su livelli così alti anche nel prossimo futuro". È questo l'incipit del report di Schroders sull'impatto che sta avendo la guerra sui generi alimentari.
"La domanda è destinata a rimanere elevata, mentre l’offerta rimarrà limitata quest’anno e il prossimo -spiega l'analisi-. La tensione tra domanda e offerta potrebbe addirittura peggiorare nel 2023 e oltre. Questo perché i modelli climatici imprevedibili stanno aumentando l’incertezza dell’offerta, insieme alla possibilità di continue interruzioni della produzione in Ucraina".
"Il motivo dell'aumento dei prezzi è chiaro se si considera l’importanza dei due paesi come esportatori di prodotti alimentari e di altre materie prime -sostiene Schroders-. L’olio di girasole e i cereali (mais, grano e orzo) sono stati i più colpiti dal punto di vista agricolo. Sul fronte dei fertilizzanti, invece, il potassio (40% delle esportazioni globali, se si include la Bielorussia) ha subito le maggiori interruzioni".
"L’interruzione delle esportazioni di materie prime dall’Ucraina e dalla Russia avrà ripercussioni sui prezzi anche di altre materie prime: i prezzi dell’olio di palma, ad esempio, sembrano destinati a salire, dato che viene sempre più utilizzato come sostituto dell’olio di girasole", dice la multinazionale inglese di gestione del risparmio.
L’interruzione della fornitura di fertilizzanti potrebbe ridurre la resa delle colture a causa della disruption dei fattori di produzione come i fertilizzanti. "Il costo dei fertilizzanti per gli agricoltori statunitensi è aumentato dal 14% nel 2020 a circa il 23% nel 2022 -fa notare Schoders-. Ciò sta già portando a cambiamenti nella semina: secondo l’ultimo sondaggio dell’Usda, per esempio, gli agricoltori statunitensi prevedono di piantare livelli record di soia (che richiede relativamente meno fertilizzanti) e meno grano e mais primaverili". Per il grano, l’applicazione di fertilizzanti inizia abbastanza presto nella stagione, con un picco tra fine giugno e metà agosto. Nelle prossime settimane si vedrà quindi l’effetto sulla domanda.
Ma la scarsità di cibo potrebbe mettere a rischio la transizione verso i biocarburanti: circa il 20% del grano mondiale viene utilizzato per l’alimentazione animale, quindi, dicono dalla multinazionale inglese, "potremmo assistere all’introduzione di prodotti sostitutivi per cercare di preservare il grano per il consumo umano". I biocarburanti "sono un altro settore che potrebbe essere interessato, dato che utilizzano circa il 10% del grano mondiale: le aziende produttrici di biocarburanti di prima generazione potrebbero subire una certa pressione politica se i governi sospendono o eliminano i sussidi".
Infine, viene al centro del tavolo il tema della sicurezza alimentare. "L’aumento della popolazione significa che la produzione mondiale di cibo e acqua dovrebbe aumentare del 70% entro il 2050 rispetto ai livelli del 2010. In prospettiva -conclude Schroders-, il sistema deve essere reso più sostenibile, altrimenti sarà soggetto a cicli di feedback negativi sempre più dannosi, come fenomeni meteorologici estremi e degrado dell’ecosistema. Anche in uno scenario di 2 gradi di riscaldamento globale, si prevede che le rese di grano e mais diminuiranno rispettivamente del 14% e del 12%. Tutto ciò delinea un quadro di prezzi agricoli elevati nel prossimo futuro".
EFA News - European Food Agency