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Mc Donald's, chiude lo storico punto di San Babila

Costi di affitto troppo alti per il ritrovo dei mitici paninari anni '80

È più una notizia di costume che di economia, npn fosse per i risvolti occupazionali che si porta dietro. La sede di McDonald’s in piazza San Babila, complice la pandemia, chiude i battenti. Chiude un luogo storico di Milano e porta via con sé le memorie di un’epoca come gli anni Ottanta: niente di che, sia chiaro, parliamo dei paninari che tanto costume hanno portato quanti danni a livello culturale, Ma si sa, quando qualcosa se ne va sembra sia tutto fondamentale. In questo caso, la notizia è sicuramente seria dal punto di vista occupazionale e sociale. 

Perché il motivo della chiusura è il contratto di affitto in scadenza e costi per il rinnovo troppo alti, con la proprietà dell’immobile che avrebbe persino prospettato un aumento del canone. La chiusura è prevista per il 6 dicembre. I 35 lavoratori del punto vendita all’angolo tra corso Europa e largo Toscanini non perderanno il posto: assicurano, infatti, i sindacati che ogni operatore e dirigente ha scelto dove ricollocarsi, perlopiù tra piazza Duomo e Galleria Ciro Fontana. 

Quel che invece un po’ si rischia di perdere sono le luci di un’icona che ha rivoluzionato il costume e le abitudini alimentari dei milanesi: i paninari, infatti, sono stati per un decennio i protagonisti di questo angolo d’America dove nel 1981 aprì il primo Burghy d’Italia. In quel periodo di "Milano da bere" di socialista memoria, lo scarso interesse dei giovani per la politica vedeva i riflettori dei giovani puntati sull’America: dire paninaro voleva dire fast food, concetto tutto nuovo nel mondo del cibo all’italiana.

Anche sotto le guglie del Duomo, Burghy in San Babila è stato a lungo parte dello status del paninaro. Che arrivò addirittura sul piccolo schermo, al «Drive In», programma simbolo della tv berlusconiana dell’epoca. Scarpe Timberland, piumini Moncler ma anche giacche stile montone e cappotti over-size, accessori Naj-Oleari e zaino Invicta, intramontabili Levi’s retti da cintura El Charro: era questa l’uniforme degli yuppies in salsa nostrana. 

"Piuttosto costosa come divisa -ricorda a Fanpage Isabella Toniolo, sindacalista della Filcams-Cgil, allora dipendente Burghy-. La città veniva da noi a mangiare, non solo perché era di moda ma anche perché i prezzi erano più che abbordabili. E pure i personaggi della tv e di Drive In passavano da lì. Quando Burghy aprì molti scommettevano sul suo fallimento. Che ci facciamo noi italiani con gli hamburger? Invece fu una scommessa vincente". 

Fc - 27776

EFA News - European Food Agency
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