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La felicità sta in un piatto di pasta

Il Behavior & Brain Lab analizza il comportamento emotivo del cervello quando mangiamo un piatto di spaghetti

Esiste anche un meccanismo emozionale e neurofisiologico alla base del benessere psicofisico che si prova mangiando un piatto di pasta. Lo sostiene il Behavior & Brain Lab della Libera Università Iulm realizzato per i pastai italiani di Unione italiana food: è il primo studio che indaga la sfera della memoria, emotivo-gratificatoria nel cervello quando assaporiamo il nostro piatto di pasta preferito. Nonostante la diffusione della pasta, in Italia è la prima volta che la ricerca scientifica ha indagato la sfera emotivo gratificatoria tracciando cosa si accende nel nostro cervello quando addentiamo una buona forchettata di spaghetti. Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking simili a quelli che servono per la macchina della verità: analisi delle espressioni del volto, delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione.

L'indagine è stata effettuata su un campione di 40 soggetti (20 donne e 20 uomini) di età compresa tra i 25 e i 55 anni e senza allergie o intolleranze alimentari. Lo studio conferma che mangiare pasta provoca uno stato emotivo-cognitivo positivo con dei risultati uguali, se non addirittura superiori, rispetto a quelli registrati con musica e sport. I quattro parametri di analisi esaminati dicono anche che l’esperienza emotiva vissuta durante la degustazione della pasta preferita è pari a quella generata dalla rievocazione di ricordi felici. In particolare quelli legati alla famiglia. Indagando le abitudini di consumo dei partecipanti al test, alla domanda “quando mangi la pasta?”, la risposta che ha generato un punteggio più alto è “quando mi sento felice”. Il suo consumo, in particolare, è legato a momenti di condivisione familiare e amicizia. Inoltre, la maggioranza del campione (40%) identifica come comfort food proprio la pasta. 

Alla domanda “quanto ti rende felice mangiare la pasta?”, il 76% degli utenti ha risposto "molto". Lo confermano i dati di Unione italiana food: la pasta è consumata da tutti gli italiani o quasi (99%), in media circa 5 volte a settimana, per un totale di 23 kg annui pro capite che ci rende i più grandi consumatori mondiali. “Attraverso questo studio la scienza si è messa al servizio delle emozioni per certificare che pasta e felicità sono una cosa sola -spiega Vincenzo Russo, docente di Psicologia dei consumi e neuromarketing dell’università Iulm, fondatore e coordinatore del Centro di ricerca di neuromarketing behavior & brain Lab Iulm-. I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo. Questa attivazione cognitiva ed emotiva determinata dall’assaggio della pasta è così forte, piacevole e coinvolgente da persistere anche nei momenti successivi all’aver mangiato”.

”Dagli anni Sessanta a oggi, una vasta letteratura scientifica[i], tra cui tre studi pubblicati sulla rivista The Lancet public health, hanno confermato che la pasta, ricca di triptofano e vitamine del gruppo B, è alleata del buonumore a livello nutrizionale -sottolinea Luca Piretta, nutrizionista gastroenterologo e docente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma-. Quando si mangiano carboidrati si stimolano le endorfine che trasmettono una sensazione di benessere. Infine, i carboidrati complessi come la pasta, assicurano un apporto sufficiente di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina, che regola l’umore. E le vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, implicano il rilassamento muscolare”.

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EFA News - European Food Agency
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