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CLARA MOSCHINI

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Ruffino rilancia sugli obiettivi della sostenibilità

Il gruppo vitivinicolo nato a Pontassieve nel 1877 investirà 11 milioni nel progetto Cares

Ruffino, storico gruppo vinicolo, presenta i risultati della propria strategia di sviluppo sostenibile, chiamato Ruffino Cares. Per l’ampiezza degli obiettivi ambientali e sociali posti, il volume degli investimenti stanziati e il numero di portatori di interesse toccati, Ruffino costituisce oggi uno dei player più ambiziosi nell’intero comparto enologico italiano. Forte di circa 29 milioni di bottiglie annualmente prodotte, 83 paesi del mondo serviti e 123,2 milioni di Euro di fatturato 2022, il gruppo vuole imprimere uno stimolo decisivo per tutto il settore.

L’evento è stato presentato al Palazzo Mezzanotte a Milano ed è stato guidato da Marco Frey, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese presso la Scuola superiore universitaria Sant'Anna di Pisa e presidente della Fondazione Global compact Italia, organismo delle Nazioni Unite. Sono intervenuti Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato di Ruffino; Thomas Blasi, Csr & environment specialist di Ruffino e Lorena Troccoli, agronoma e Ruffino estate manager.

È indispensabile, secondo l'azienda, che tutti gli stakeholder siano coinvolti in questo progetto, a partire dalle aziende coinvolte nell’intera filiera: non a caso, alla conversione biologica delle nove tenute che sarà completata con la vendemmia 2024, gli obiettivi Ruffino 2025 prevedono di rendere la propria filiera al 100% sostenibile, facendo da traino anche per le realtà più piccole del proprio indotto, attraverso un taglio delle emissioni del 15% per arrivare al 50% nel 2030, un aumento del 15% dei rifiuti mandati in riciclo per arrivare a zero rifiuti nel 2050, una riduzione dell’utilizzo dell’acqua integrata a un aumento del 25% delle acque riutilizzate nel processo di produzione.

L’obiettivo del programma Ruffino Cares, lanciato nel 2018, è trasformare il glorioso brand toscano in un brand for purpose, ossia un brand che antepone il benessere delle persone in qualsiasi scelta. A questo scopo Ruffino ha stanziato un budget senza precedenti: 11 milioni di Euro, il 28% sugli investimenti annuali del gruppo, distribuito su sette anni dal 2019 al 2025.

“Ruffino mostra un assunto fondamentale della sostenibilità: è possibile, oltreché necessario, fare meglio con meno -spiega Marco Frey-. Il volume di vino prodotto negli ultimi decenni in Italia è assai diminuito, ma il comparto è cresciuto perché sono cresciuti il valore della produzione, la qualità e l’export. In questo senso, l’enologia italiana sta compiendo un percorso emblematico che rispecchia il ruolo cruciale delle aziende, accanto alle istituzioni e ai cittadini, nel rendere il cambiamento possibile”.

A questi obiettivi, si aggiungono le molte necessarie certificazione e azioni come quelle sulla valorizzazione della biodiversità, sul sostegno al tessuto sociale locale e sull’inclusione di categorie svantaggiate portando una visione olistica che vuole andare oltre lo stesso concetto di sostenibilità. E l’adesione a tutte le iniziative collettive possibili, tra cui il contributo diretto alla redazione di un “Disciplinare del sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola” che fornisca un quadro normativo condiviso in Italia. 

“In questa gara non c’è chi arriva primo e chi arriva ultimo, ma bisogna arrivare tutti -aggiunge Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato di Ruffino e vice presidente di Unione Italiana Vini-. Le attività del settore vitivinicolo sono in regime di interdipendenza con la disponibilità di risorse naturali come risorse energetiche, acqua, clima, suolo, aria ed ecosistema, e col tessuto socioeconomico nel quale si collocano”. 

"In un’ottica di sostenibilità complessiva e a lungo termine, dunque -conclude Sartor- è fondamentale che un’impresa vitivinicola che si voglia dire sostenibile adotti sistemi produttivi e condotte che preservino le risorse naturali, ne affinino le modalità di utilizzo e migliori anche le condizioni sociali ed economiche del proprio territorio”.

Fondata nel 1877 a Pontassieve, vicino Firenze, Ruffino è sinonimo di grandi classici toscani come Chianti classico riserva ducale e riserva ducale oro, Chianti Ruffino e Brunello di Montalcino Greppone Mazzi. Nel 2018 ha acquisito due tenute in Veneto per la produzione di Prosecco e il lancio nel 2020 di Aqua di Venus: a fine 2011,è stata acquisita da Constellation Brands, la più importante azienda vinicola americana e oggi è presente in quasi 90 paesi.

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EFA News - European Food Agency
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