"Il ministero è da tempo impegnato nella elaborazione di una disciplina chiara ed efficace sulla produzione e la commercializzazione dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati". Lo ha detto il sottosegretario all'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste Luigi D'Eramo in Commissione agricoltura alla Camera. Questi ha ricordato che le nuove norme comunitarie consentono di produrre vini a basso o nullo contenuto di alcol: poiché alla regolamentazione europea dovrà seguire la normativa attuativa interna, spiega, "sono stati costituiti due gruppi di lavoro per individuare quali modifiche introdurre alla vigente normativa di settore per consentire agli operatori interessati di disporre di norme coerenti e comuni".

Al termine di questa fase di confronto, "saranno definite le iniziative più opportune da intraprendere per valorizzare al meglio una filiera produttiva di grande importanza per il made in Italy, e non solo del comparto agroalimentare". In coerenza col concetto di sovranità alimentare, il ministro per l'Agricoltura Francesco Lollobrigida è intervenuto sul tema del vino dealcolizzato, contestando il suo inserimento nell'ambito di quello che comunemente chiamiamo "vino", frutto di una tradizione millenaria. "Non siamo contrari alla bevanda -precisa il sottosegretario- ma all'attribuzione a essa della denominazione vino".

"Al momento -conclude D'Eramo- sono state definite le norme applicative dei due interventi maggiormente strategici, ovvero quello della riconversione e quello degli investimenti. Mentre il dispositivo sulla distillazione dei sottoprodotti sarà esaminato in sede tecnica domani, 22 dicembre". In favore del settore vitivinicolo sono annualmente stanziati 324 milioni di Euro destinati al finanziamento della ristrutturazione e riconversione dei vigneti, degli investimenti, della promozione sui mercati dei paesi terzi, della distillazione dei sottoprodotti e della vendemmia verde.