Federvini e Uiv contro fornitori e gdo
"Inaccettabili" le richieste di aumento del vetro e no alla moratoria sui listini
Brutte notizie per il vino. Il nuovo anno si aprirà con un nuovo aumento dei prezzi del vetro: si parla di un 20% di ulteriore incremento chiesto dai fornitori di bottiglie in aggiunta al surplus (48%) già riscontrato nel 2022 rispetto al 2021. La buona salute del vino italiano (vedi notizia Record per i vini d'alta gamma made in Italy), insomma, viene messa a dura prova dai continui aumenti dei costi delle materie prime, a partire dall’energia e dal vetro.
E non è tutto. A valle della filiera, la grande distribuzione resiste a ogni ritocco di listino e, in questi giorni, sta chiedendo una moratoria sui prezzi per almeno 4-6 mesi: una richiesta insostenibile, considerando che già nel 2022 le aziende del vino hanno assorbito gran parte dei forti aumenti di energia e materia prime.
Secondo Federvini e Uiv, Unione Italiana Vini quelle appena evidenziate sono richieste e proposte inaccettabili, di fatto. Per le due organizzazioni di produttori, è necessario "avviare un dialogo schietto e fattivo lungo tutta la filiera" perché serve condivisione e la collaborazione di tutti per affrontare la difficile situazione contingente. A essere in sofferenza, infatti, è l'intero settore: rifiutare oggi gli adeguamenti dei prezzi già programmati significa mettere a rischio la tenuta dell’intera filiera vitivinicola a monte della distribuzione.
“In questo modo siamo tra l’incudine e il martello -spiega Micaela Pallini, presidente di Federvini-. Ci chiedono di accettare aumenti anche del 20%-25%, come quello del vetro, che soprattutto oggi ci sembra ingiustificato visto che i prezzi energetici al momento sembrano sotto controllo, però vorrebbero che i nostri prezzi finali rimanessero invariati. È evidente che questa combinazione non può assolutamente funzionare e mette a rischio migliaia di piccole e medie aziende, dopo due anni di bassa redditività e costi crescenti”.
“La congiuntura che va sempre più delineandosi minaccia da vicino un settore come il nostro -aggiunge il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi-. Siamo a cavallo tra un’escalation dei prezzi alla produzione, un minor potere di acquisto da parte dei consumatori, con storici partner come la grande distribuzione e l’industria del vetro che mostrano rigidità poco costruttive. Sarebbe invece importante potersi concentrare tutti assieme su possibili soluzioni".
Solo pochi giorni i numeri di Federvini magnificavano le performance deIl'anno, ma il mondo del vino, alla luce dell'allarme lanciato oggi, chiude il 2022 con più ombre che luci, ma soprattutto con un 2023 alle porte che potrebbe, nel suo scenario negativo fatto di recessione e guerra, oltremodo peggiorare.
Secondo l'Istat, nel corso del 2022 il mondo del vino ha registrato aumenti dei listini molto contenuti nella grande distribuzione: non oltre il 6,6% di media.
Aumenti largamente sotto gli attuali livelli di inflazione e molto inferiori rispetto a quasi tutti i comparti dell’agroalimentare del Belpaese. Un deficit, questo, a cui si aggiunge il contestuale decremento volumico della domanda di vino presso la grande distribuzione nei primi 11 mesi dell’anno (-6%). Per questo, secondo Federvini e Uiv, richieste giudicate "improponibili" come quella della gdo o l'ennesimo aumento del verto, per esempio, mettono a rischio il tessuto produttivo italiano e la fiducia dei consumatori.
EFA News - European Food Agency