Confagricoltura, ok all'emendamento sui cinghiali
La confederazione plaude all'iniziativa che "va a favore di salute e industria delle carni"
Confagricoltura ha fatto sapere di accogliere "con favore l’emendamento sulle misure di contenimento della comunità di cinghiali in Italia approvato dalla commissione Bilancio della Camera". La decisione del Governo di procedere con un programma di abbattimenti la cui realizzazione sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, "risponde alle richieste della Confederazione di porre un freno alla diffusione della specie selvatica".
La misura approvata in Commissione l'altro ieri con l'emendamento a firma di Tommso Foti (Fratelli d'Italia), prevede che a partecipare ai piani di controllo del numero dei cinghiali che prevedono l'abbattimento e cattura degli animali anche in città, siano cacciatori "previa frequenza di corsi di formazione" coordinati dagli agenti dei corpi di polizia regionale o provinciale.
I piani vengono autorizzati dalle Regioni, sentito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, qualora altre misure di controllo si siano rivelati inefficaci. Oltre ai cacciatori formati, le autorità deputate al coordinamento dei piani possono avvalersi dei proprietari o gli affittuari dei fondi nei quali si attuano i piani, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio, e anche nel loro caso, dopo la frequenza di corsi di formazione.
Possono essere coinvolti, infine, le guardie venatorie, agenti dei corpi di polizia locale, con l'eventuale supporto, ma in termini tecnici e di coordinamento, del personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'Arma dei carabinieri.
"La proliferazione incontrollata di questi animali non è solo una minaccia per le attività agricole e per l’incolumità dei cittadini, ma è anche il principale viatico del temibile virus della peste suina, vero incubo per l’intera filiera suinicola italiana -mette in risalto in un comunicato ufficiale Confagriclltura-. In tal senso, è importante che l’emendamento preveda l’analisi igienico-sanitaria dei cinghiali abbattuti. La diffusione del virus, infatti, ha spinto vari Paesi a limitare e in alcuni casi, a vietare l’import di prodotti italiani derivati da carni suine".
Il settore in Italia, secondo i dati diffusi dalla confederazione, conta quasi 9 milioni di capi, allevati in oltre 30 mila allevamenti: con un export di 1,5 miliardi di Euro nel 2021, il volume di affari totale (produzione degli allevamenti e fatturato dell’industria di trasformazione) sfiora gli 11 miliardi di Euro. La produzione suinicola e il fatturato dell’industria dei salumi incidono per poco più del 5% sul totale della produzione agricola nazionale e sul fatturato dell’intera industria agroalimentare italiana.
"La confederazione comprende e condivide la ratio alla base della decisione di estendere gli abbattimenti alle aree protette e urbane, anche nei periodi di silenzio venatorio e di divieto di caccia. La diffusione senza controllo della specie, ormai presente in molte città italiane, impone interventi di carattere emergenziale".
"Confagricoltura giudica positivamente anche il possibile coinvolgimento delle guardie venatorie, dei cacciatori riconosciuti, e degli agenti delle Polizie locali e provinciali con apposita licenza -aggiunge il comunicato-. La garanzia sulla sicurezza pubblica e sulla liceità e regolarità degli abbattimenti è garantita dalla competenza affidata all’arma dei Carabinieri. Positiva, infine, anche la visione di lunga durata che ha l’emendamento con la previsione di un Piano straordinario quinquennale di gestione e contenimento della fauna selvatica".
EFA News - European Food Agency