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CLARA MOSCHINI

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Il 18% degli italiani soffre un "disagio alimentare"

Secondo un'indagine della Coop, si prospetta un anno all'insegna della sobrietà

Le crisi degli ultimi anni (economica, sociale e sanitaria) continua a mostrare i suoi segni nel Paese. Il 18% degli italiani dichiara nel 2022 di aver fatto fronte a un permanente disagio alimentare (circa 9 milioni), mentre 1 su 4 teme la vera povertà per il 2023 (non avere soldi per cibo, trasporto, abiti, scuola). Il 66% del campione non saprebbe come far fronte a una spesa improvvisa e non rimandabile di 850 euro. Sono alcuni dei dati che emergono da due indagini dell'Ufficio Studi Coop, condotte a dicembre 2022: la prima su un campione rappresentativo della popolazione italiana e la seconda sulla community di esperti del portale italiani.coop.

Cibo e salute restano centrali per il benessere degli italiani, mentre si rinuncia (a malincuore) all’outdoor, ai viaggi e alla convivialità, riferisce l'Ufficio Studi Coop nell'abstract delle indagini. "Per far fronte all’aumento dei prezzi l’80% degli italiani cambierà anche le proprie abitudini alimentari orientandosi verso diete più salutari e meatless, ma più sobrie e certamente “zero waste” e “no frills”, si legge nel comunicato.

Se circa un italiano su due spera di mantenere stabili le proprie spese familiari nel 2023, comunque il 45% conta di spendere di più per le bollette e il 32% per cibo e bevande; il tutto a scapito di ristoranti e altri locali e spettacoli e cultura (rispettivamente per il 32% e il 26% degli intervistati). 

Secondo il 40% dei manager Food & Beverage intervistati il 2023 sarà un anno all’insegna della sobrietà ed essenzialità alimentare. Sugli scaffali le novità del 2023 saranno la pasta e le farine prodotte con grani antichi o con prodotti low carb e maggiore contenuto di proteine. E se dovesse rinunciare a quella vera, già oggi un italiano su cinque ai prodotti di origine vegetale preferirebbe la carne coltivata in vitro.

La stagnazione prevista per il 2023 inciderà soprattutto sui consumi alimentari. Se infatti dopo un anno di aumenti record, le previsioni dei manager stimano un primo rallentamento dei prezzi entro l’estate, l’inflazione dei beni alimentari lavorati resterà elevata (+ 6,7% medio nel 2023 secondo i manager italiani del settore Food & Beverage), si ridurranno i volumi acquistati dalle famiglie nella Gdo (-0,9%) e si conferma il peggioramento della redditività delle imprese industriali e, soprattutto, distributive (lo teme il 66% dei manager del settore) con conseguente calo degli investimenti (37%) e ricadute anche sul fronte occupazionale (27%). Innovazione e ristrutturazione sono la ricetta necessaria per uscire da questa difficile crisi sia nell’organizzazione dei processi aziendali (lo afferma il 38%), sia nel prodotto e nel servizio (32%) fino ai canali e alla rete di vendita (26%). E in questo la Marca del Distributore sembra davvero una panacea in grado di risolvere i problemi, mentre rimangono intoccabili la sostenibilità ambientale e sociale delle azioni e dei prodotti.

Infine, stando a un bilancio parziale dei consumi natalizi, gli acquisti sono stati fortemente condizionati dall’incremento dei prezzi che hanno fatto crescere nella spesa degli italiani prodotti come panettoni, pandori e altro, prodotti da forno, salumi, formaggi e gli ingredienti di base. Per questa ragione la spesa degli italiani nelle ultime due settimane dell’anno è stata di oltre il 13% maggiore di quella del 2021 ma con una riduzione delle quantità di circa un punto percentuale per gli acquisti delle festività e di quasi 2 punti per l’intero mese di dicembre. La spesa per i consumi domestici si è concentrata nella settimana precedente al Natale mentre gli acquisti in vista dell’ultimo dell’anno hanno avuto un andamento negativo, segno di un ritorno alla convivialità outdoor, ai viaggi e ai cenoni al ristorante.

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EFA News - European Food Agency
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