Lo sdoganamento della farina di grillo continua a far discutere ma in Alto Adige c'è chi si mostra entusiasta. Il prodotto, la cui commercializzazione è stata approvata dall'Autorità dell'Unione Europea per la sicurezza alimentare (Efsa) lo scorso 3 gennaio, potrebbe presto apparire, quindi, in strudel di mele, schuttelbrot e altre specialità sudtirolesi.

"Perché no? Il gusto della farina di grillo è ottimo, con un leggero richiamo alla nocciola che si sposa bene con molti ingredienti, anche dei piatti più tradizionali. In più è molto nutriente, con oltre 65% di proteine complete, composte da tutti i nove amminoacidi essenziali. Tutto con meno grassi saturi e colesterolo rispetto ad altri cibi". Così afferma la rappresentante degli agenti di commercio in Confesercenti Alto Adige, Monika Walch.

Dichiarazioni che però stridono con l'opinione prevalente degli italiani: secondo un sondaggio di Ixè/Coldiretti, soltanto il 24% dei nostri connazionali è favorevole alla commercializzazione della farina di grillo, mentre il 54% è contrario.

L'iter per l'approvazione del prodotto è partito l'8 luglio 2020 dalla Commissione Europea che ne aveva richiesto la valutazione all'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Il 23 marzo 2022 l'Efsa ha adottato un parere scientifico sulla sicurezza della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (il grillo domestico) intero come nuovo alimento.

Come precisato nel Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue, per un periodo di cinque anni, a decorrere dalla data di entrata in vigore del nuovo regolamento (24 gennaio 2023), solo la società Cricket One Co. Ltd è autorizzata a immettere sul mercato dell'Unione il nuovo alimento a base di polvere di grillo domestico. Altri richiedenti potranno però chiedere l'autorizzazione al commercio.

Allegato in basso a questa EFA News il Regolamento di esecuzione UE che autorizza l'immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico.