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"Nonostante la crisi, la richiesta di proteine non diminuirà"

Un esperto veterinario illustra gli scenari della suinicoltura, in vista del convegno di Cremona

Tra le vittime più evidenti dell'inflazione, c'è il consumo di carni, in particolare suine. Secondo l’ultimo rapporto trimestrale 2022 di Rabobank, l’importante Istituto finanziario olandese specializzato a livello internazionale nel settore agroalimentare, il minor potere d’acquisto dei consumatori ha avuto un impatto sul consumo di proteine. Si stima che questa tendenza troverà conferma anche nella prima metà del 2023. L’istituto bancario olandese sta ora elaborando i dati finali del 2022, anno per il quale si prevede che la produzione globale di carne suina registrerà una contrazione del 2%, mentre per il 2023 non è all'orizzonte alcuna crescita, complici gli elevati costi di produzione su scala mondiale che stanno limitando l’espansione del patrimonio zootecnico.

Una panoramica sulla crisi della filiera suinicola sarà offerta a Cremona il prossimo 27 febbraio, nel corso del convegno “Sanità, tecnologia, sostenibilità economia i driver della suinicoltura moderna” (www.suinicolturacongress.it), alla presenza dei principali esperti del settore. Chairman dell’evento sarà Giancarlo Belluzzi, medico veterinario, con esperienza sia in campo clinico che nelle istituzioni. In un comunicato di Suinicoltura congress, Belluzzi spiega che al momento, "purtroppo non ci sono ricette" per uscire dalla crisi dei rincari. "Tre sono i problemi a mio avviso - afferma l'esperto - che si sono incrociati in un periodo tanto complesso come quello che stiamo vivendo: la pandemia, l’andamento dei costi e dei prezzi e la peste suina africana, rispetto alla quale non bisogna abbassare la guardia, pena la disfatta del comparto suinicolo. Cina, Russia e larga parte del continente euro-asiatico rappresentano di fatto il più grande serbatoio di virus in circolazione: una minaccia permanente sempre in agguato. È notizia di questi giorni che solo su cinque regioni del territorio russo situato a ridosso dell’Europa, nel 2022 sono stati denunciati ben 140 focolai di Psa, di cui 68 hanno riguardato grandi e piccoli allevamenti di suini allevati e 72 cinghiali”.

Nonostante il forte impatto della crisi sui consumi alimentari, prosegue Belluzzi, "la popolazione mondiale sta crescendo e le fonti internazionali più autorevoli confermano che nei prossimi 30 anni la richiesta alimentare di proteine a livello globale aumenterà del 25%, ragion per cui la produzione zootecnica dovrà aumentare e non diminuire: più carne, più latte e lattici e persino più pesce. Questo vuol dire che la tutela e l’accudimento del bestiame allevato, quindi il benessere animale, saranno sempre più prioritari. Il primo strumento da adottare in questa direzione è la tutela sanitaria e la prevenzione delle malattie".

"L’innovazione tecnologica, specie quella farmaceutica - conclude il veterinario - ci aiuterà a mantenere la salute e il benessere degli animali allevati a iniziare da un utilizzo sempre più ridotto di antibiotici, come peraltro richiede la normativa in materia di medicina umana e veterinaria", conclude.

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EFA News - European Food Agency
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