Non riceve alcun finanziamento pubblico
Direttore responsabile:
CLARA MOSCHINI

Facebook Twitter Youtube Instagram LinkedIn

Interruzione informatica paura numero uno per le aziende in Italia

12° Barometro dei rischi Allianz: la business interruption in cima ai timori delle imprese food&beverage

Allianz global corporate & specialty pubblica il 12° sondaggio annuale sui principali rischi aziendali in tutto il mondo da cui emerge, per il secondo anno consecutivo, che gli incidenti informatici e l’interruzione delle attività rappresentano i principali timori delle aziende. La top ten dei rischi in Italia, infatti, mette ai primi due posti proprio queste eventualità "gettonate" dal 47% degli italiani per quanto riguarda i crimini informatici e dal 37% per la Bi, la Business interruption, anche quella delle supply chain. I cambiamenti macroeconomici come l'inflazione, la volatilità dei mercati finanziari e l'incombenza di una recessione (che passa dal 10° al 3° posto rispetto all'anno precedente), nonché l'impatto della crisi energetica (new entry al 4° posto) salgono nella classifica dei rischi aziendali globali di quest'anno, in quanto si fanno sentire le conseguenze economiche e politiche del mondo in seguito alla covid-19 e alla guerra in Ucraina.

Inquietudini così pressanti richiedono un'azione immediata da parte delle aziende, il che spiega perché sia le catastrofi naturali (dal 3° al 6° posto) che i cambiamenti climatici (dal 6° al 7°) scendono nella classifica annuale, così come la pandemia (dal 4° al 13° posto), dato che i vaccini hanno messo fine alle chiusure e alle restrizioni e molte aziende hanno migliorato la resilienza della loro supply chain. Rischi politici e violenza sono un'altra new entry nella top 10 dei rischi globali, al 10° posto, mentre la Carenza di manodopera qualificata sale all’8° posto.

In Italia, per le imprese del settore food & beverage, le principali paure riguardano l’interruzione di attività (44%, in netto calo rispetto al 67% del 2022), seguita dai rischi informatici (37%, in diminuzione rispetto al 43%) e dalla new entry, la crisi energetica (30%). Per quanto concerne, invece, il settore delle vendite al dettaglio e all'ingrosso, sempre in Italia i principali timori riguardano l’interruzione delle attività (42%, in calo rispetto al 56% del 2022),  i cambiamenti nello scenario macro economico (31%, new entry rispetto allo scorso anno), seguiti dai rischi informatici (28%). Nuovi fattori di rischio per questo settore sono la crisi energetica (22% ) e gli incendi (17%).

Più in generale, per le aziende di molti paesi, il 2023 sarà probabilmente un altro anno di maggiori rischi per l’Interruzione delle attività, la business interruption, perché molti modelli di business sono sensibili agli shock e ai cambiamenti improvvisi, che a loro volta incidono sui profitti e sui ricavi. Al 2° posto a livello globale, la BI è il rischio numero uno in paesi come Brasile, Germania, Messico, Paesi Bassi, Singapore, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti. 

La portata delle cause di perturbazione è ampia. Il cyber è la causa di BI che le aziende temono di più (45% delle risposte); la seconda causa più importante è la crisi energetica (35%), seguita dalle catastrofi naturali (31%). L'aumento vertiginoso del costo dell'energia ha costretto alcune industrie ad alto consumo energetico a utilizzare l'energia in modo più efficiente, a trasferire la produzione in luoghi alternativi o addirittura a prendere in considerazione l'ipotesi di una chiusura temporanea. Le conseguenti condizioni di penuria minacciano di provocare interruzioni delle forniture in una serie di settori critici in Europa, tra cui il settore alimentare, quelli agricolo, chimico, farmaceutico, edilizio e manifatturiero. Un'eventuale recessione è un'altra probabile fonte di interruzione nel 2023, con il rischio di fallimento e insolvenza dei fornitori, che rappresenta una particolare fonte di allarme per le aziende con fornitori critici singoli o limitati. Secondo Allianz Trade, è probabile che le insolvenze aziendali globali aumentino notevolmente nel 2023: +19%.

La crisi energetica è il principale fattore di aumento del rischio nell’Allianz risk barometer e compare per la prima volta al 4° posto (22%). Alcuni settori, come quello chimico, dei fertilizzanti, del vetro e dell'alluminio, possono dipendere da un'unica fonte di energia (il gas russo nel caso di molti paesi europei) e sono quindi vulnerabili alle interruzioni della fornitura di energia o agli aumenti dei prezzi. 

“Per il secondo anno consecutivo l’Allianz risk barometer mostra che le aziende sono più preoccupate per l'aumento dei rischi informatici e di interruzione dell'attività -spiega Joachim Mueller, ceo di Agcs-. Al contempo, osserviamo un forte movimento nella classifica dei rischi macroeconomici ed energetici. Le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l'attuale permacrisi derivante dalle conseguenze della pandemia e dall'impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda". 

"La notizia positiva -sostiene Mueller- è che, in qualità di assicuratori, osserviamo continui miglioramenti in quest'area da parte di molti dei nostri clienti, in particolare per rendere le supply chain sempre più a prova di errore, per migliorare la pianificazione della continuità aziendale e per rafforzare i controlli informatici. Le azioni per costruire la resilienza e ridurre i rischi sono ora al centro dell'attenzione delle aziende, visti gli eventi degli ultimi anni".

fc - 28512

EFA News - European Food Agency
Simili
◄ Torna alla pagina precedente