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Etichette vino, anche la Spagna si schiera

Planas esprime il no a misure unilaterali: il problema a va risolto in Ue

Non c'è solo l'Italia a combattere la battaglia contro le etichette del vino che l'Ue sta mettendo in campo. Adesso a schierarsi contro quella che sembra essere una vera e propria rivoluzione nell'etichettatura degli alcoli, vino in primi, c'è anche la Spagna. "La questione dell'etichettatura degli alcolici va risolta all'interno dell'Ue, ogni approccio unilaterale sinceramente non mi sembra adatto", ha detto il ministro spagnolo dell'agricoltura Luis Planas al Consiglio a Bruxelles.

"Dobbiamo preservare il mercato unico e questo vuol dire avere un approccio comune -sottolinea Planas- Abbiamo rispetto delle competenza degli Stati membri in materia di salute però qui stiamo regolamentando un prodotto alimentare riconosciuto dal Trattato di funzionamento dell'Ue, abbiamo chiesto alla Commissione di pronunciarsi su questo tema, so che c'è un gruppo di Stati membri che pensa a un ricorso al Wto, ma questo è un problema che dobbiamo risolvere in famiglia, all'interno dell'Ue e ogni approccio unilaterale sinceramente non mi sembra adatto".

Intanto si allarga il fronte di quanti no sono d'accordo su questa nuova iniziativa Ue. Non solo Italia, Francia e Spagna, dunque, ma anche Portogallo, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria potrebbero unirsi per fare pressione sulla Commissione Europea contro l'etichetta irlandese che prevede avvertenze sanitarie sul consumo di alcolici. L'iniziativa degli otto Paesi potrebbe concretizzarsi già questa settimana.

Nei giorni scorsi il ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida aveva fatto riferimento al lavoro che Roma, Parigi e Madrid portavano avanti per arrivare a un documento comune (vedi articolo Etichette vini/2. Italia-Irlanda, si gioca la partita dell'alcol).

Secondo l'Ansa, i canali diplomatici degli otto paesi si sono attivati nelle scorse settimane arrivando a coinvolgere altri cinque Paesi scettici sulla compatibilità tra le regole del mercato interno e le norme che Dublino vorrebbe emanare, a maggior ragione da quando la Commissione ha annunciato misure Ue in materia. L'Italia si è mossa tra le prime con il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani che ha incontrato nei giorni scorsi l'omologo irlandese per discutere il problema e vedere di giungere a un accordo preventivo.

Da parte sua l'Ue continua a battere la strada dei questo che sembra un vero e proprio nuovo proibizionismo. "Nessuno è contro il vino, penso che un bicchiere di vino piaccia a tutti, ciò di cui si occupa il Piano per battere il cancro è il consumo dannoso di alcol, che è una preoccupazione di salute pubblica -ha dichiarato il portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker-. Il Piano Ue prevede una riduzione del consumo dannoso di alcol di almeno il 10% entro il 2025".

"L'etichettatura -ha detto il portavoce Ue- è un argomento molto importante e abbiamo già annunciato nella Strategia Farm to Fork e nel Piano per battere il cancro che lavoriamo a una revisione delle norme Ue in materia, per rendere i consumatori capaci di fare scelte informate su alimenti sostenibili e salutari". Concetti che, però, non hanno convinto tutti, soprattutto non hanno convinto i rappresentanti italiani dell'Unione italiana vini che ha espresso subito il suo dissenso (vedi articolo Health warning vino. Uiv: delusi dalle dichiarazioni del portavoce CE De Keersmaecker).

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EFA News - European Food Agency
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