Ristoranti in ascesa, boom di b&b e fittacamere, mentre sono in calo bar, negozi di frutta e verdura, anetterie, edicole e cartolerie. E' quanto emerge dalla tradizionale indagine sulla natimortalità delle imprese realizzata dalla Camera di Commercio di Torino, relative al capoluogo piemontese.

Il numero delle imprese torinesi è cresciuto nel 2022 per il terzo anno consecutivo dopo un decennio di calo ininterrotto: alla fine dell'anno se ne contano 223.025, di cui un 95% di microimprese con meno di dieci addetti. Il tasso di crescita intanto rallenta (+0,67%). Il tasso di sopravvivenza medio a distanza di tre anni dall'apertura scende al 71,4% (nel 2021 era al 73,8%): si tratta comunque di un dato superiore ai tassi di dieci anni fa (nel 2013 era al 61,6%).

I bonus danno ossigeno alle costruzioni e ai servizi alla persone, mentre rallenta il turismo e commercio, industria e agricoltura sono in sofferenza.

Diminuiscono i bar (ve ne sono 1070 in meno rispetto al 2013) che incontrano una flessione del -2,7%, mentre, al contrario, continuano a crescere i ristoranti; dopo il boom del 2021, si stabilizzano i take-away. Calano anche le pasticcerie e gelaterie. Boom dei bed & breakfast e affittacamere (+9,9%) mentre continua a scendere il numero degli alberghi tradizionali.

Con 11.638 imprese (il 5,2% del totale) nel 2022 il settore agricolo torna a calare (-0,7%) dopo il leggero rialzo del 2021. Scendono le attività di coltivazione di cereali e ortaggi, ma anche l’allevamento di animali.

"La crisi pandemica e quella dei costi dell'energia hanno messo a dura prova tutto il sistema produttivo, comprese le micro e piccole imprese: i numeri dell'indagine, che registrano comunque una lieve crescita, mostrano, malgrado i fattori critici e congiunturali, una certa resilienza del nostro tessuto imprenditoriale", commenta Dario Gallina, presidente della Camera di commercio Torino.