Mutti, non la solita zuppa
Il marchio lancia sette nuove referenze nel segmento dell'orfotrutta da portare nei supermercati
È uno dei leader in Europa nella lavorazione del pomodoro 100% italiano, e adesso vuole fare tesoro di questo know how consolidando la presenza nei banchi frigo dell’ortofrutta. Parliamo del Gruppo Mutti che ha deciso di entrare nel mercato delle zuppe fresche e di portare direttamente nei supermercati questa per lui inedita categoria. Una novità che, come dicevamo, ha come punto di partenza il prezioso pomodoro italiano che la famiglia Mutti porta dal campo alla tavola.
Arrivata sui banchi dei supermercati già la scorsa primavera con le prime tre referenze, la linea oggi si amplia e comprende in tutto sette proposte fra zuppe e vellutate, come ha dichiarato in un'intervista a La Stampa lo stesso Francesco Mutti, amministratore delegato dell’azienda di famiglia che ha avviato la sua attività nel 1899. La scelta è quella di entrare nel mercato delle zuppe con sette referenze, spiega l'ad: "pappa al pomodoro, vellutate con pomodoro arancione e rosso, pomodorata con farro e lenticchie, minestrone con pomodori gialli e rossi e le ricette estive gazpacho di pomodoro e vellutata con pomodoro verde".
"I segnali che arrivano dai primi test di vendita nei supermercati sono molto positivi -spiega Mutti-. Al festival di Sanremo abbiamo lanciato la nostra campagna di comunicazione, che è parte di un investimento marketing dedicato di oltre 2 milioni di Euro per il solo 2023, per poi arrivare in ottobre al lancio del prodotto a livello nazionale".
"Il mercato, ad oggi, è composto da tre segmenti principali: zuppe ricche, cremose ed etniche -sottolinea il manager-. Il segmento zuppe al pomodoro non è coperto e c’è spazio per un brand come Mutti. Siamo specialisti del pomodoro da oltre 120 anni e abbiamo il know-how per farlo".
Rincari e inflazione potrebbero influire negativamente sulla campagna di lancio delle nuove referenze? "L'idea di entrare nel mercato delle zuppe è slegata dalla congiuntura attuale -risponde l'ad-. Abbiamo iniziato a lavorarci nel 2018 e mano a mano abbiamo affinato la ricettazione pensando non solo alla prontezza ma anche al piacere e poi abbiamo anche dovuto modificare le modalità di conservazione. Certo, anche noi abbiamo pagato un prezzo pesante a causa dei rincari e della carenza di materie prime, ma questo investimento è pensato non certo con un orizzonte di breve periodo ma con una prospettiva a lungo termine". "Il 2022 -aggiunge- è un anno che si porterà dietro un fatturato straordinario, cioè oltre 550 milioni di Euro, in crescita rispetto ai 480 del 2021. Anche per il 2023 la nostra previsione è di un ulteriore incremento. Dal mio punto di vista, però, il vero problema è la redditività, che è la garanzia di un percorso di sviluppo sostenibile. E da questo punto di vista è innegabile che la campagna di raccolta del pomodoro è stata uno choc anche per gli imballaggi e i costi energetici che sono schizzati alle stelle".
"Abbiamo dovuto indebitarci per 100 milioni e l’abbiamo potuto fare perché siamo un gruppo sano e solido -prosegue l'ad-. E poi abbiamo incrementato le vendite all’estero. Nel 2023 l’export tenderà al 60% del nostro fatturato, il resto arriverà dal mercato interno. Mutti è un gruppo sempre più internazionale ma il nostro pomodoro è da sempre cento per cento made in Italy".
EFA News - European Food Agency