Francia: oltre 300 focolai di aviaria negli allevamenti in sette mesi
Oltralpe desta preoccupazione l'andamento della mortalità della fauna selvatica
Un Paese dove l'influenza aviaria sta destando preoccupazione è la Francia. I dati diffusi oggi dal ministero dell'Agricoltura transalpino riferiscono di una situazione "peggiorata dall'agosto 2022". Se da un lato, "nelle ultime settimane si è registrato un calo dell'incidenza negli allevamenti", dall'altro "le condizioni climatiche attuali (temperature e soleggiamento più bassi, umidità più elevata, ecc.) favoriscono invece la sopravvivenza del virus nell'ambiente". Inoltre, si riscontrano "mortalità significative nella fauna selvatica".
A metà febbraio 2023, il numero di focolai negli allevamenti ha raggiunto quota 300, di cui più di tre quarti concentrati nella regione Pays de la Loire in una zona a rischio di diffusione con un'elevata densità di pollame (in particolare in Vandea e nel Maine et Loire). Uno scenario che ha portato all'adozione di specifiche misure preventive dettagliate, all'inizio dello scorso dicembre.
Per quanto riguarda la fauna selvatica, all'inizio del 2023, Dipartimenti come la Mosella o il Bas-Rhin e la regione dell'Ile de France hanno segnalato "dozzine e talvolta centinaia di uccelli trovati morti nei loro territori". Le analisi effettuate dal laboratorio nazionale di riferimento hanno confermato che "l'origine di questa massiccia mortalità è legata all'influenza aviaria altamente patogena".
A fronte di un aumento del rischio di contaminazione dovuto all'abbassamento delle temperature e all'elevata attività migratoria degli uccelli selvatici, l'11 novembre il livello di rischio era stato innalzato da "moderato" ad "alto" su tutto il territorio metropolitano. In tutta la Francia metropolitana, dunque, tutto il pollame va protetto e gli assembramenti tra polli sono vietati. Dal 1° agosto al 7 marzo sono stati confermati 314 focolai in allevamento.
EFA News - European Food Agency