Nasce in Italia l'indice del valore dei cibi
Due ricercatrici della Cattolica hanno elaborato il Pfis, che misura il rapporto con gli alimenti
Per un italiano su due il cibo è un modo per relazionarsi con i propri cari, mentre per oltre un italiano su cinque è un mezzo per mantenersi in salute. Lo rivela uno studio svolto presso l'EngageMinds HUB, il Centro di ricerca dell'Università Cattolica campus di Cremona diretto da Guendalina Graffigna. Nell'ambito dello studio è stato sviluppato su un primo campione il Pfis, Psychological food involvement scale, l'indice di misura del rapporto con il cibo, una nuova scala di coinvolgimento alimentare.
L'indice è in grado di comprendere non solo in che modo le persone siano coinvolte sul cibo, ma anche le motivazioni spesso inespresse che stanno dietro ad alcune scelte di consumi alimentari attraverso 512 questionari compilati da un analogo numero di individui. .
"ll cibo non è considerato solo una fonte di sostentamento, ma sta diventando sempre più simbolico e legato a valori soggettivi -spiegano Graffigna e Greta Castellini che ha condotto lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Food quality and preference-. Il nostro indice vuole essere uno strumento obiettivo per esplorare qualitativamente i significati personali che i consumatori attribuiscono al cibo".
"La scala indaga diverse e nuove dimensioni psicologiche -aggiunge Castellini-. Per esempio indaga quanto il cibo è considerato dal singolo come un mezzo attraverso il quale provare emozioni positive e raggiungere un benessere psicofisico, ma esplora anche quanto il cibo e in particolare le scelte alimentari siano un mezzo importante per esprimere se stessi e la propria personalità. Infine, valuta quanto il cibo e le scelte alimentari siano considerate dal singolo come un mezzo attraverso cui essere accettati dagli altri e quanto il cibo sia considerato dal singolo come un tramite grazie al quale prendersi cura dei propri cari e rafforzare i legami familiari".
"I risultati preliminari con l'uso di questa scala -prosegue Graffigna- hanno mostrato che circa il 16% del campione ha un forte coinvolgimento verso l'alimentazione. In particolare, per il 45% il cibo rappresenta un mezzo attraverso il quale rafforzare il legame affettivo con le persone care, mentre per il 40% grazie all'alimentazione si può raggiungere una condizione di benessere psico-fisico".
Il Pfis, sostiene la ricerca, discrimina i modelli alimentari: punteggi Pfis più alti sono associati al consumo frequente di carne e pesce e cereali integrali o legumi. Il consumo frequente di carne/pesce e di snack è associato al legame sociale e quello di carne/pesce all'equilibrio emotivo. Il Pfis spiega anche il consumo di bevande vegetali e di latte senza lattosio, indicando il valore simbolico attribuito ad essi in relazione all'espressione di sé, all'accettazione da parte degli altri e alle emozioni. Ciò implica un potenziale per l'uso dell'indice nella ricerca per comprendere le scelte alimentari e promuovere un'alimentazione sana.
EFA News - European Food Agency