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Grano Ucraina: la Cina fa la parte del leone

Un quinto dei cereali prodotti dopo l'accordo appena rinnovato è destinato a Pechino e dintorni

A rivelarlo è un'indagine del Centro Studi Divulga. L'Italia è il quarto Paese beneficiario dei prodotti.

È la Cina con 5,2 milioni di tonnellate di prodotti agricoli -tra grano, mais e olio di girasole, pari al 21,5% sul totale partito dai porti ucraini da agosto 2022-, il Paese che ha più beneficiato della Black Sea Grain Initiative, il cui accordo è stato recentemente rinnovato (leggi notizia EFA News). È quanto afferma il Centro Studi Divulga che ha elaborato i dati Onu delle rotte dei prodotti agricoli partiti dai porti di Chornomorsk (36,4% del totale), Yuzhny (35,8%) e Odessa (27,8%) in questi 240 giorni.

Complessivamente sono 24,2 milioni le tonnellate di prodotti agricoli partiti dai porti ucraini: quasi la metà è mais (49,3%) mentre il 27,2% è grano tenero, il 5,4% è farina di girasole, il 5,1% olio di girasole. Spagna (4,1 milioni di tonnellate di prodotti pari al 17%) e Turchia (2,7 milioni di tonnellate di prodotti pari all’11,2%) si piazzano rispettivamente al secondo e terzo posto tra i Paesi che più hanno importato dall’Ucraina in questo periodo. L’Italia, invece, con 1,76 milioni di tonnellate (7,3%) è quarta in questa classifica, davanti a Olanda, Egitto, Israele e Bangladesh.

In particolare, da agosto 2022, nel nostro Paese sono arrivate 1,2 milioni di tonnellate di mais, fondamentale per l’alimentazione animale, 377mila tonnellate di grano tenero, e quasi 90mila tonnellate di olio di girasole.

Un altro dato significativo, secondo le elaborazioni del Centro Studi è rappresentato dal fatto che quasi il 55% dei prodotti ha raggiunto i Paesi in via di sviluppo, come quelli del Nord Africa e dell’Asia, allentando il rischio di tensioni sui prezzi del pane che avrebbero potuto provocare instabilità in territori fortemente dipendenti dalle materie prime provenienti dalle aree coinvolti dal conflitto.

lml - 30019

EFA News - European Food Agency
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