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Assocarni: "Inaccettabile settore bovino sia incluso in direttiva Ied"

La presidenza svedese Ue vorrebbe inserire la filiera tra i responsabili delle emissioni industriali

Il 16 marzo 2023 si riunisce il Consiglio europeo Ambiente durante il quale la presidenza svedese vorrebbe includere il settore bovino nel campo di applicazione della direttiva sulle emissioni industriali (Ied).

Assocarni, che rappresenta in Confindustria la filiera bovina, ovina ed equina, ha chiesto al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e al ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida che il nostro Paese assuma una posizione di ferma contrarietà circa l’inclusione del settore bovino nel campo di applicazione della direttiva Ied.

"Inaccettabile che un settore come quello bovino italiano che presidia il 40% del territorio rurale nazionale, contribuendo a contrastare lo spopolamento e il degrado delle aree interne, possa essere assimilato ad una qualsiasi industria fossile", ha dichiarato il direttore generale di Assocarni François Tomei.

"Dai dati Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, NdR)) del 2020 – prosegue Tomei - emerge che le emissioni dell'allevamento bovino italiano pesano appena il 5% del totale (rispetto alla media mondiale del 14,5% - dati Fao), a cui va aggiunto l’aumento di sequestro di carbonio compiuto dalle aree nelle quali si pratica l’allevamento. Inoltre, il carbonio del metano emesso dalle fermentazioni ruminali risiede in atmosfera appena 11,5 anni, per essere poi riassorbito dalle piante in un ciclo biologico, rispetto all’origine fossile del carbonio emesso dai combustibili delle imprese industriali, che al contrario si accumula nell’atmosfera per centinaia di anni provocandone il riscaldamento".

“Sul fronte della sovranità alimentare poi – conclude Tomei – qualora si decidesse di includere il settore bovino nella direttiva Ied la competitività della filiera bovina italiana, già deficitaria per il 49%, sarebbe ulteriormente compromessa da un aumento delle importazioni di carne dai paesi terzi”.

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EFA News - European Food Agency
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