Biocarburanti, l'Italia ci crede
La filiera agroalimentare si appella ai leader Ue per usarli dopo il 2035
“Ancora una volta assistiamo ad una decisione della Commissione europea, e del Commissario Timmermans in primis, totalmente ideologica, sprovvista di qualsiasi base scientifica e fatta solo per compiacere la Germania ed assicurarsi così la maggioranza sulla transizione alle auto elettriche a partire dal 2035”. Lo dice Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato di Filiera Italia, dopo la presa di posizione del Governo italiano, che nella giornata di ieri aveva mandato una lettera a firma dei Ministri Salvini, Pichetto Fratin ed Urso a Timmermans per perorare la causa dei biocarburanti chiedendone una totale assimilazione ai carburanti sintetici per l’uso dopo il 2035.
All’appello del Governo si aggiunge quello della filiera agroalimentare italiana, rappresentata da Filiera Italia, che si rivolge ai capi di Stato e di Governo oggi riuniti a Bruxelles per prendere una decisione definitiva sul tema. “Ancora una volta si ricorre a fake news e argomentazioni totalmente prive di basi scientifiche per giustificare posizioni atte solo a compiacere Paesi come la Germania ed ottenerne l’appoggio al passaggio esclusivo all’auto elettrica a partire dal 2035, scelta – dice Scordamaglia - inaccettabile, non solo dal punto di vista economico e sociale ma anche e soprattutto ambientale, se si considera l’impatto complessivo dell’automotive elettrica".
Grave, secondo Filiera Italia, che per farlo si arrivi ad affermare che la produzione di biocarburanti sarebbe in competizione con la produzione di cibo e foraggi. “Nulla di più falso – commenta il consigliere delegato - l’Italia in particolare è leader nella sperimentazione e produzione di sementi e tecnologie produttive che rendono la produzione di materia prima agricola per biocarburanti perfettamente sinergica, complementare e migliorativa della stessa produzione agricola realizzando un perfetto modello di economia circolare”.
A partire dalla produzione di biomasse agricole non alimentari in terreni degradati ed inquinati, spiegano da Filiera Italia, la coltivazione per alcuni anni di particolari varietà vegetali per biofuels consentirà infatti negli anni successivi nuovamente la coltivazione di colture alimentari in quei terreni. Inoltre, dalla trasformazione di queste materie agricole non alimentari provenienti da questi terreni severamente degradati, derivano sottoprodotti da impiegare come input agricoli di alta qualità, come ammendanti e fertilizzanti. Si incoraggia così l’adozione di pratiche di carbon farming e si contribuisce alla produttività agricola.
“Altro aspetto di piena integrazione con la produzione agricola – prosegue Scordamaglia - è la possibilità di secondi raccolti ed altre tecniche agronomiche attraverso cui la produzione di biomasse per biofuel contribuisce alla rigenerazione dei territori, limitando la stessa perdita di sostanza organica. Insomma, la produzione di biomasse per biofuel non è una minaccia ma un’opportunità per il settore agricolo combinando sostenibilità economica ed ambientale, due aspetti fondamentali in una transizione ecologica vera e non strumentale e ideologica”.
Per tali motivi, conclude Scordamaglia “la filiera agroalimentare italiana chiede al Summit dei leader UE di oggi e domani che tutte le concessioni fatte alla Germania in tema di carburanti sintetici vengano estese anche ai biocarburanti e che ancora una volta si fissino obiettivi veri di transizione ecologica più che stabilire rigidamente attraverso quali strumenti raggiungerli (favorendo così interessi e Paesi particolari)”.
EFA News - European Food Agency