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Carne sintetica, ambientalisti contro divieto

Proteste dall'estero sul decreto legge del governo

Alla messe di commenti che si sono moltiplicati da quando il governo italiano ha approvato il disegno di legge che vieta l'uso di alimenti a base di cellule, si aggiungono le riprovazioni di ong e organizzazioni varie che si occupano di "sensibilizzazione" alimentare. Il mantra è unico: l'Italia non può andare controcorrente su una cosa come la carne sintetica. 

A dare ulteriore fuoco alle polveri ci ha pensato Mathilde Alexandre, coordinatrice del progetto ProVeg Cell-Ag che ha commentato: "Il disegno di legge introdotto dal governo italiano per vietare la carne coltivata è una misura draconiana che ignora l'enorme potenziale economico e ambientale che detiene la carne coltivata. La carne coltivata -aggiunge Alexandre- è una nuova tecnologia importante che può influenzare positivamente il sistema alimentare nella riduzione delle emissioni di carbonio e dell'inquinamento e sostiene il benessere degli animali e la biodiversità. Inoltre, è una vera leva per la crescita economica".

Quello che non si dice è che, con un tempismo perfetto, la presa di posizione contro la misura del governo italiano arriva poco più di una settimana dopo che Good Meat, la divisione di carne coltivata di Eat Just, ha annunciato di aver ricevuto l'autorizzazione dalla Food and drug administration statunitense per commercializzare il suo pollo a base di cellule (vedi EFA News dal titolo Cibo sintetico /4. Tra Italia e Usa la distanza è siderale) e dopo che anche Upside, altro gigante Usa della carne, ha ottenuto il via libera dalla Fda (vedi EFA News dal titolo Upside anche Good Meats ottiene il via libera dalla Fda).

Gli americani e adesso anche gli europei, di fatto, non ammettono che qualcuno non sia d'accordo con loro quando si tratta di fare business anche a discapito delle tradizioni: una presa di posizione che, adesso si fa anche scudo della sostenibilità ambientale. Lo dice chiaro l'intervento sulla questione di Alice Ravenscroft, responsabile della politica del Good food institute Europe, ong internazionale che aiuta a costruire un sistema alimentare più sostenibile, sicuro e giusto trasformando la produzione di carne. Secondo Ravenscroft, l'approvazione della legge chiuderebbe il potenziale economico del settore in Italia, "frenando il progresso scientifico e gli sforzi di mitigazione del clima, e limitando le scelte dei consumatori".

L'approvazione del decreto legge, aggiunge Ravenscroft, "potrebbe impedire agli scienziati italiani di intraprendere un lavoro cruciale, e bandire le start-up italiane di carne coltivata. L'Italia -aggiunge- rimarrebbe indietro mentre il resto dell'Europa e del mondo che progredisce verso un sistema alimentare più sostenibile e sicuro. E il 54% degli italiani che già vogliono provare la carne coltivata ne sarebbe bandito".

"L'Ue -prosegue Ravenscraft- ha già un solido processo di regolamentazione in atto per confermare la sicurezza di nuovi alimenti come la carne coltivata e le autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e Singapore hanno già trovato per essere sicuro. Il governo dovrebbe lasciare che gli italiani decidano quello che vogliono mangiare, invece di soffocare la libertà dei consumatori".

Prima che qualsiasi prodotto a base di carne coltivata possa essere venduto in Europa, sottolinea la ong, deve essere approvato nell'Ue: questo processo di approvazione comprenderà una "valutazione approfondita e basata su prove della sicurezza e del valore nutrizionale della carne coltivata da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare e si stima che richieda almeno 18 mesi".

Una ricerca peer-reviewed, dice ancora la ong, mostra che la carne coltivata potrebbe causare fino al 92% in meno di emissioni rispetto alla carne bovina convenzionale: potrebbe anche "ridurre l'inquinamento atmosferico associato alla produzione di carne fino al 94% e utilizzare fino al 90% in meno di terra, liberando spazio per pratiche agricole più sostenibili in modo da poter soddisfare la crescente domanda di carne proteggendo il nostro ambiente". 

"Questo sviluppo -sottolinea la ong in un comunicato- mette l'Italia in contrasto con il resto d'Europa, dove altri governi sono desiderosi di sbloccare i benefici della carne coltivata. Nel 2022 i Paesi Bassi hanno annunciato 60 milioni di Euro di finanziamenti governativi per la ricerca e lo sviluppo di carne coltivata e la fermentazione di precisione. Nel frattempo, il governo britannico ha annunciato una richiesta di finanziamento di 16 milioni di sterline per le proteine sostenibili, tra cui la carne coltivata, e nel 2021, il governo spagnolo ha investito 5,2 milioni di Euro in un progetto che studia il potenziale per la carne coltivata per aiutare a prevenire le malattie legate all'alimentazione".

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EFA News - European Food Agency
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