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Bio, in Giappone vale 2 miliardi di Euro: apprezzato il made in Italy

E' ancora una nicchia di mercato: il top della qualità riguarda pasta, olio extravergine, formaggi e vino italiani

Le vendite di prodotti biologici in Giappone valgono complessivamente 2 miliardi di euro, con una quota di acquirenti regolari pari al 18% del totale. Lo dice la ricerca realizzata da Nomisma per conto di ITA.BIO, la piattaforma online del biologico Made in Italy, promossa da Ice Agenzia e FederBio. Si tratta, per ora, di una nicchia di mercato nella quale, però, si registra un trend di crescita positivo in cui si inserisce anche il made in Italy: il top della qualità per un consumatore giapponese su tre, infatti, riguarda prodotti come pasta, olio extravergine, formaggi e vino italiani.

In Giappone, il mercato degli alimenti naturali (healthy, naturali, sostenibili e vegetariani/vegani) è, invece, stimato a circa 6 miliardi Euro: questo suggerisce come il biologico, per le sue caratteristiche, abbia ancora un enorme potenziale di crescita nel Paese del Sol Levante. 

Che l’interesse verso il bio sia in continua crescita in Giappone lo conferma il “segno più” che contraddistingue in modo trasversale tutti i numeri del settore: “sono 11,9 mila gli ettari coltivati secondo il metodo biologico, in significativa crescita negli ultimi 10 anni, nonostante rappresentino ancora solo lo 0,5% sul totale della superficie agricola complessiva. Il piano di sviluppo del ministero dell’Agricoltura giapponese punta però ad arrivare ad una quota del 25% entro il 2050”, spiega Emanuele Di Faustino, responsabile Industria, retail e servizi Nomisma.

L’interesse per il bio è però ancora concentrato su specifici target: parliamo di famiglie dell’upper class con figli al di sotto dei 12 anni e residenti nella regione di Tokyo. Anche per questo, l’incidenza complessiva del bio sul totale del carrello alimentare è ancora marginale. L’Italia è top quality del bio nel percepito dei consumatori giapponesi: il nostro Paese si posiziona infatti al terzo posto, dopo Francia e Australia, tra i produttori bio di maggiore qualità. Con questa premessa, non va pertanto trascurato il potenziale per il food italiano biologico: il 13% dei consumatori giapponesi, infatti, si dice interessato all’acquisto di un prodotto alimentare biologico made in Italy se lo trovasse nei negozi che frequenta abitualmente. 

“Pasta, olio extravergine, formaggi e vino sono i prodotti italiani a marchio bio più acquistati dai consumatori giapponesi ma anche le categorie per le quali il consumatore è più interessato al binomio bio-made in Italy -spiega il responsabile di Nomisma-. In ottica futura il vino è sicuramente uno dei prodotti che presenta le maggiori opportunità di crescita per l’Italia, anche in virtù del fatto che dal 1° ottobre 2022 la certificazione biologica JAS è stata estesa anche alle bevande alcoliche, vino incluso”. 

“Nel complesso il bio made in Italy sul mercato giapponese registra dimensioni ancora piccole ma che sottintendono significative potenzialità di crescita, da ricondurre soprattutto ad un graduale passaggio delle famiglie giapponesi ad uno stile di vita più sano -aggiunge Di Faustino-. Quasi due consumatori su tre afferma di scegliere prodotti biologici perché più sicuri per la salute, in un caso su tre acquista bio perché rappresenta una garanzia di qualità mentre il 25% riconosce alla categoria un maggior rispetto per l’ambiente”.

I dati della survey di Nomisma mostrano che la consumer base oggi è limitata ad una quota di acquirenti regolari pari al 18%, mentre i non user sono ancora la maggioranza della popolazione nipponica: i target in cui è molto forte il richiamo del bio sono quelli dei nuclei familiari in cui sono presenti bambini in età prescolare e delle famiglie ad alto reddito. Se si analizzano i principali driver di scelta dei prodotti alimentari per il consumo domestico, vi sono nello specifico due leve che guidano le scelte del consumatore giapponese: l’origine nazionale del prodotto e il prezzo. Solo l’8% sceglie un prodotto alimentare per la presenza del marchio biologico. A differenza di quanto accade in altri mercati (ad esempio Cina, Usa e Canada), i consumatori giapponesi non sembrano orientati a scegliere il biologico per motivi legati alla sostenibilità ambientale di questo metodo produttivo, quanto piuttosto per la sicurezza e la qualità che il bio trasmette. 

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EFA News - European Food Agency
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