Grano: Italia leader europeo nella macinazione
4 mln ton di duro e 3 mln ton di tenero prodotti nel nostro Paese, secondo i dati di Italmopa
![Andrea Valente, presidente Italmopa](https://www.efanews.eu/resources/big/b6885afa836b2ecad57a63eda2154b31.jpg.webp)
La grande quantità di cereale importato, permette una maggiore selezione, quindi una migliore qualità dei prodotti finiti (pane, pasta, pizza, biscotti).
L'Italia conserva saldamente la leadership europea della macinazione. I numeri significativi sull'industria molitoria italiana sono stati illustrati oggi a Roma, alla Sala Stampa Estera, in occasione della presentazione dell'evento "Molini a porte aperte", promosso da Italmopa.
“Non è un caso che abbiamo questa leadership, la storia della macinazione è stata fatta anche in Italia- ha commentato Giorgio Agugiaro, presidente e amministratore delegato di Agugiaro & Figna -. Da oltre 150 anni i molini italiani hanno via via migliorato le tecniche di macinazione e le metodologie di analisi. C’è infatti un indotto molto importante in Italia di aziende che producono macchine che servono negli impianti molitori. I nostri tecnici sono conosciuti in tutto il mondo e fanno avviamenti e collaudi in tutti i paesi".
Da parte sua, il presidente di Italmopa, Andrea Valente, ha sottolineato che il numero di molini in Italia è sceso dai 515 del 2000, ai 291 di oggi: un declino spiegato con il fatto che "i molini lavorano in ambiente molto competitivo, il nostro è un mercato aperto, vige la legge della domanda e dell’offerta e solo le aziende che hanno vinto questa sfida competitiva rimangono sul mercato. Nonostante questo - ha aggiunto Valente - produciamo farine e semole che sono l’ingrediente di molti alimenti che sono le eccellenze del Made in Italy: pasta, pizza, prodotti di pasticceria e biscotteria". Italmopa è "il primo fornitore delle aziende che fanno questi prodotti", stimolando così la competitività dell'intero comparto sui mercati mondiali. "Di grano importiamo il 65%", mentre il fatto che "riusciamo a esportare il 5% della farina è qualcosa che deve far pensare e riflettere".
Il segreto di tale successo, secondo Agugiaro è nella nostra esportazione del "know how della fabbricazione delle farine". L'Italia produce "le migliori farine e semole del mondo per un motivo molto semplice", proprio perché, essendo un grande importatore, è in grado di "analizzare i grani che arrivano dalle diverse parti del mondo e selezionare i migliori". Mentre Francia e Germania, per quanto riguarda il grano sono autosufficienti e non importano ma, per contro, le tipologie di pane da loro vendute sono piuttosto omogenee, "da Bolzano a Siracusa, abbiamo 200 tipi di pane", ha osservato Agugiaro.
Altri numeri sono stati illustrati da Andrea Valente: "I molini italiani macinano circa 5,5 milioni di tonnellate di grano tenero e 6 milioni di tonnellate di grano duro. Col grano tenero si fa la farina, il 60% della farina è utilizzata per fare pane e sostitutivi del pane, il 22% è utilizzato per prodotti di biscotteria e lievitati, il 9% per la produzione di pizze, il 6% va all’export, il 5% per l’uso casalingo".
Con il grano duro "si produce semola, di cui il 90% viene utilizzata per la produzione di pasta e il 10% per la panificazione". L'Italia produce 4 milioni di tonnellate di grano duro e, al tempo stesso, importa circa il 30-35% del nostro fabbisogno, quindi "esportiamo il 60% della pasta che produciamo. La produzione nazionale copre totalmente il fabbisogno nazionale".
Dove invece l'Italia è "deficitaria per mancanza di superfici" è nel grano tenero, di cui produce soltanto "3 milioni di tonnellate", quindi è costretta a "importare il 60-65% del nostro fabbisogno". L’85% del frumento che l’Italia importa, proviene "dalla comunità europea", pertanto l'Unione europea "è completamente autosufficiente", ha concluso Valente.
EFA News - European Food Agency