Barilla, 12,6 milioni di euro per il "forno" del Mulino Bianco
Investimento per accrescere il confezionamento dei biscotti e ampliare la linea snack
Il Mulino Bianco di Barilla, ormai è chiaro, esiste davvero. Si trova a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, e ha le sembianze dello stabilimento che, con quarant'anni di storia alle spalle, produce le referenze diventate nel tempo simbolo della colazione e della merenda degli italiani. Proprio dal "forno" mantovano, infatti, ogni anno vengono sfornati 10 miliardi di biscotti, oltre 1 miliardo di cracker e 1 miliardo e mezzo di sfoglie di brand come Mulino Bianco, con referenze come le Macine, i Galletti, i Tarallucci, o i Buongrano, ma anche Pan Di Stelle, Pavesi e Gran Cereale. Se si mettessero in fila tutti i prodotti realizzati ogni mese, si ricoprirebbe la distanza da qui dell’equatore, ossia 40mila km.
Dagli anni '80 Barilla lo ha reso lo stabilimento bakery più grande del gruppo e oggi annuncia un importante investimento: 12,6 milioni di Euro per ampliare la linea di produzione dedicata agli snack dando vita a nuovi prodotti da forno salati, con un piano che prevede l’installazione di nuovi impianti specifici per i nuovi snack. L’altro aspetto a cui è dedicato l’investimento riguarda la categoria più importante per il sito di Castiglione: i biscotti. Il progetto ha l’obiettivo di accrescerne la capacità di confezionamento con l’installazione di una nuova linea che realizzi pack più piccoli, in linea con le richieste del mercato.
D'altra parte quello di Castiglione delle Stiviere è uno degli stabilimenti chiave per il settore bakery del gruppo Barilla, con 11 linee di produzione che danno vita a 103 referenze e un totale di 105.000 tonnellate di prodotti sfornati nell’arco di un anno. Negli ultimi tre anni Barilla ha allocato in media 7,4 milioni di Euro l’anno per renderlo più innovativo e sostenibile.
Il “forno” di Castiglione, negli ultimi 10 anni ha ridotto del 18% il consumo di acqua e del 10% l’energia elettrica. Inoltre, gli investimenti per l’illuminazione a led e l’utilizzo dei bruciatori dei forni elettronici hanno portato, dal 2012 a oggi, a una diminuzione del 5% del consumo di metano: un sistema pilota di visione ottica valuta la giusta forma dei prodotti, mentre per il controllo del colore vi sono precisi riferimenti fotografici. Per l’esatto profilo organolettico vi è una struttura di “sensory evaluation” che valuta e analizza parametri come gusto, profumo e aspetto del prodotto, mentre moderni strumenti a raggi infrarossi monitorano l’umidità.
In fabbrica, negli ultimi sei anni, sono state assunte 78 persone a tempo indeterminato, di cui 10 solo nel 2023: oggi l'impianto dà lavoro a 381 persone Barilla, di 17 nazionalità diverse. È guidato da una donna, Cinzia Bassi, che lavora nel gruppo da 23 anni: il 62% del team di vertici dello stabilimento è ricoperto da donne.
“Qui prepariamo tra i prodotti più amati, quelli che hanno fatto la storia della colazione italiana e del nostro modo di fare impresa, come le Gocciole, le Macine, ma anche i Buongrano, i primi a battezzare la Carta del Mulino, il nostro disciplinare per il grano tenero sostenibile -sottolinea Bassi-. Il nostro obiettivo è continuare a sfornare prodotti di qualità, attenti all’ambiente e alle persone, ma anche esserci per la nostra comunità”.
EFA News - European Food Agency