Antibiotici agli animali, bufera su Burioni
L'immunologo scatena un'ondata di polemiche dopo il suo intervento a Che tempo che fa
Diciamolo pure: non ne sentivamo la mancanza. Dopo avere imperversato in lungo e in largo sui canali tv durante la pandemia da covid-19, Roberto Burioni, virologo, immunologo ordinario di Microbiologia e virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele nonché divulgatore scientifico, aveva dato un po' di tregua. Pochi giorni fa, però, è tornato alla carica, non per parlare di covid ma di antibiotici. E, come speso accade, al suo intervento stanno facendo seguito alcuni chili di polemiche.
Nella puntata del 16 aprile 2023 del programma Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio su Rai 3, Burioni ha dichiarato che "l’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti intensivi per fare crescere di più di peso gli animali è una pratica davvero sbagliata”. La dichiarazione, ossia il fatto che negli allevamenti italiani si pratichi ordinariamente la somministrazione di antibiotici per ingrassare gli animali, ha scatenato una ridda di "non è vero".
Lo dice la legge e lo dicono i veterinari, il ministero della Salute, l’Ue e l’Efsa, l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare: in Italia e in Europa non viene commercializzata carne di animali a cui sono stati somministrati antibiotici per incrementare il peso perché è severamente vietato usare medicinali a questo scopo. Di più: nessun animale sottoposto a trattamenti farmacologici per curare una malattia (compresi quelli fatti con antibiotici), può essere macellato e destinato al circuito alimentare fino a quando finisce un tempo di sospensione prestabilito.
Questo viene fatto per permettere ai farmaci di essere metabolizzati e di non essere più presenti nella carne, nelle uova e nel latte.
Il divieto ormai è in vigore da almeno 20 anni e, dicono gli esperti, si tratta di una norma rispettata, visti i pochissimi casi di violazioni che si registrano: in Italia, secondo l’ultimo Piano nazionale residui nel 2021, sono stati analizzati 30.263 campioni prelevati da bovini, suini, ovicaprini, equini, pollame, conigli e selvaggina allevata, nel muscolo di pesci allevati in acquacoltura (trote, specie eurialine), nel latte (vaccino, bufalino e ovicaprino), nelle uova e nel miele. Ebbene su 30mila analisi effettuate alla ricerca di sostanze farmaceutiche vietate le non conformità sono state 12 pari allo 0,04%.
La risposta dell'Anmvi, l'Associazione nazionale medici veterinari italiani
"È uno schiaffo alla sicurezza alimentare nazionale sostenere, come ha fatto il conduttore di Che Tempo Che Fa, Fabio Fazio, che assumiamo antibiotici senza saperlo -ribatte l'Anmvi, l'Associazione nazionale medici veterinari italiani-. Nessun animale in corso di trattamento farmacologico può produrre alimenti destinati al consumo umano. Ed è pura disinformazione affermare, come fa il professor Roberto Burioni, che negli allevamenti si pratichi l'utilizzo degli antibiotici per fare crescere di più di peso gli animali. In Italia, come in tutta la Ue, non lo si fa. E non lo si fa ormai da quasi vent’anni, sulla base di norme sull’alimentazione animale che vietano l'uso degli antibiotici come promotori della crescita dal 1° gennaio 2006".
No anche da Fnovi, Federazione nazionale ordini veterinari italiani
"Evidentemente sfugge al professore -dicono i veterinari in una nota- che da 20 anni la pratica della somministrazione auxinica è stata vietata e abbandonata; inoltre, pur non citando esplicitamente l’Italia, non ha rassicurato gli ascoltatori sull’elevato livello di controlli messi in atto nel nostro Paese, lasciando ai cittadini l’onere dell’interpretazione di questa omissione. A queste esternazioni il presidente Fnovi Gaetano Penocchio ha replicato con una lettera indirizzata alla trasmissione Che Tempo Che Fa, ai vertici Rai e al professor Burioni, inviata, per opportuna conoscenza, al ministero della Salute e al ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste".
Interviene anche Assosuini, l’associazione degli allevatori suinicoli italiani.
“Colpisce che un medico che tanto si è speso tanto contro le chiacchiere da bar nella scienza si faccia pagare per spargere luoghi comuni in tv con i soldi del canone -sottolinea il presidente Elio Martinelli-. In particolare quando a Che Tempo che Fa, Burioni si scaglia contro gli antibiotici usati per far aumentare di peso i maiali, dimentica di dire che è una pratica vietata in Italia da venti anni. Sarebbe come raccomandarsi di stare attenti al metanolo nel vino o ai metalli nei vaccini. Queste fake news sul mondo alimentare danneggiano chi, come gli allevatori, è poi costretto pure a pagare lauti cachet ad ospiti approssimativi nel lanciare gravi allarmi. Se Burioni ha notizie specifiche e attuali le porti in procura, se sta solo facendo quattro chiacchiere in libertà si rilegga i suoi libri sui danni fatti da chi parla senza cognizione di causa. Spero che la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell'Agricoltura intervengano a tutela del comparto. Il silenzio in materia non è una strategia che funzioni”.
EFA News - European Food Agency