Una Regione italiana che va molto bene sull'export, sebbene gravino le incognite del rincaro energetico e delle materie prime, è la Sardegna. Lo certifica l'analisi dei dati Istat realizzata dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, tradottasi nel dossier "Trend del Made in Italy sui settori MPI: l'export della Sardegna nel 2022". L'ultimo anno si è infatti chiuso con 475 milioni di euro di vendite all'estero con una crescita del 7% rispetto al 2021.

Il settore più fiorente rimane quello agroalimentare, che ha fruttato 205 milioni di euro di vendite all'estero (+14,9% rispetto al 2020), mentre il comparto più in difficoltà è quello metallifero (213 milioni ma -41,6%), a causa del non arrivo di materie prime o semilavorati dall'estero.

Tra le province, sempre nel 2022, da Cagliari sono stati esportati prodotti per un valore di 210 milioni di euro (di cui 18 alimentari). Dal Sud Sardegna sono stati esportati 51 milioni di euro di prodotti (di cui 10 alimentari). Dal Nord Sardegna sono stati esportati 141 milioni di euro (di cui 106 alimentari). Da Oristano sono stati esportati 45 milioni (di cui 44 alimentari). Da Nuoro sono stati esportati 28 milioni di euro (di cui 26 alimentari).

"I dati confermano come le esportazioni delle Pmi manifatturiere sarde vadano oltre il conflitto in Ucraina, il post Covid, le restrizioni e le difficoltà che le imprese vivono da più di 3 anni - commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai - ma questo non è certo sufficiente affinché la 'spinta' al sistema economico regionale sia duratura. Serve finanziare le missioni all'estero, iniziative innovative per accompagnare sui mercati internazionali l'artigianato e le piccole imprese, nonché una forte azione del Governo per calmierare il prezzo dell'energia e trovare una soluzione all'impennata dei costi delle materie prime e alla loro scarsità".