Agroalimentare: su i fatturati ma aumenta rischio fallimento imprese
Secondo l'analisi di Crif Ratings, il tasso oscilla tra il 2 e il 4%: sullo sfondo l'effetto-inflazione
La situazione in cui versa attualmente l'agroalimentare è ambivalente. Salgono i fatturati ma, al contempo, aumenta il rischio fallimento, che si attesta fino al 4% per il comparto alimentare e scende a poco più del 2% per quanto riguarda l'agricolo. A riferirlo è un'analisi di Crift Ratings, che, per entrambi i settori, indica soltanto un 5% di aziende con punteggi positivi di di responsabilità sociale d'impresa (Esg). L'indagine è stata condotta su circa 11mila aziende, sulla base dei bilanci del 2021.
"Se da un lato - si legge nella nota di Criff Ratings - nell'agroalimentare è stato registrato un deciso aumento dei fatturati, con una crescita generale del valore generato, dall'altro si è verificato un significativo incremento della rischiosità, con i default che a livello nazionale sono aumentati di almeno un punto percentuale".
Il peggioramento riscontrato, secondo Criff Ratings, è un "riflesso della forte esposizione del comparto all'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia, mentre risultano più in linea con le evidenze nazionali i tassi di default nel settore agricolo".
In altre parole, la "crescita record" dei fatturati è dovuta essenzialmente all'inflazione, che spinge le imprese a rialzare i prezzi dei propri prodotti a listino. Se è vero che questo meccanismo continuerà a far lievitare i fatturati, è altrettanto vero che "i margini operativi "resteranno sotto pressione", commenta Luca D'Amico, amministratore delegato di Crif Ratings.
EFA News - European Food Agency