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CLARA MOSCHINI

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Brazzale cresce in Europa in Italia

Nell'Alto Vicentino dipendenti triplicati in 20 anni. E si cercano altre risorse

"Da quando negli anni 90 abbiamo avviato il processo di internazionalizzazione, i nostri dipendenti in Veneto sono quasi quadruplicati". Lo conferma Roberto Brazzale, presidente dell’omonimo gruppo lattiero-caseario vicentino, di Zané, precisamente, con più di 200 anni di storia. Nel 2022 l'azienda ha fatturato oltre 300 milioni di Euro con un export che va in 70 paesi. All'ultimo Tuttofood si è presentato con l'ultima novità del packaging riciclabile nella carta per il Gran Moravia grattugiato fresco realizzato dal Brazzale Science nutrition food & research center "che valorizza le caratteristiche del prodotto".

L’azienda ha, in Veneto, cinque sedi operative con circa 500 addetti oggi tra Alto Vicentino e Alta Padovana: altri 500 sono in Repubblica Ceca, dove dal 2000 Brazzale ha sviluppato un impianto, integrato con quelli italiani, che processa circa 800 mila litri di latte al giorno, l’80% di quanto lavorato in Europa dal gruppo. Inoltre, opera nel Paese centro-europeo anche con una catena di 25 negozi di proprietà, La Formaggeria Gran Moravia, che vende 600 articoli di prodotti alimentari italiani di vario tipo, non solo caseari.

"Nell’Alto Vicentino, dove oggi il personale è il triplo di vent’anni fa, abbiamo investito 60 milioni di Euro negli ultimi dieci anni -prosgue Brazzale-. Tra cui il magazzino robotizzato di Cogollo del Cengio, energeticamente autosufficiente con l’impianto fotovoltaico, che ci sta dando grandi soddisfazioni. E il livello professionale medio dei nostri collaboratori è molto aumentato. Oltre a tecnici e operai, per la cui formazione puntiamo tanto sulla collaborazione con l’Itet Aulio Ceccato di Thiene, ci servono sempre più figure in grado di seguire processi complessi in Italia e all’estero per produzione, logistica, commerciale". 

In Cina, il paese più grande importatore al mondo di prodotti lattieri, il gruppo ha uno stabilimento per il mercato interno che lavora latte locale e semilavorati provenienti dall’Europa: in Brasile, invece, è presente con un allevamento di bestiame da carne per il mercato interno, oltre ad avere piantato una foresta con un milione e mezzo di alberi per la compensazione di CO2.

Per investire nell’approvvigionamento di latte e nella prima lavorazione di formaggi della tradizione italiana in Moravia, Brazzale ha abbandonato il marchio Dop, affrontando le critiche che sono piovute da più parti. "Oggi -spiega Roberto Brazzale riportato da Nordest Economia- tra i due Paesi abbiamo una filiera e un processo produttivo senza soluzione di continuità che ci rende unici in Europa nel nostro settore. La Repubblica Ceca è un grande produttore di latte di ottima qualità, con un clima vocato: basti pensare che la disponibilità di terreni agricoli è dieci volte quella italiana e i foraggi sono ottimi senza bisogno di irrigazione artificiale". 

"Se si vuole crescere servendo un mercato internazionale che chiede cibo italiano, occorre andare dove ci sono risorse adeguate in termini di quantità e qualità -aggiunge-. Ma in Italia le risorse sono limitate. Il successo del nostro investimento in Moravia è un esempio di come in un sistema di catene del valore globali, occorre pensare in termini globali senza mettere limiti di confini. Altrimenti non si cresce, e si hanno prodotti meno buoni e meno competitivi".

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EFA News - European Food Agency
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