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La Francia impone alle aziende alimentari di ridurre i prezzi

Il ministro delle Finanze Le Maire conferma che da luglio i consumatori pagheranno meno il food

Il governo francese si schiera compatto contro l'aumento dei prezzi dei generi alimentari. E non usa mezze misure, a quanto pare. Il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha dichiarato venerdì scorso che i consumatori francesi, a partire da luglio, pagheranno meno i prodotti alimentari. La dichiarazione arriva dopo che il governo ha ottenuto l'impegno di 75 aziende alimentari, tra cui un gigante come Unilever, a ridurre i prezzi di centinaia di prodotti. Secondo le previsioni del ministro, pasta, pollame e olio vegetale sono tra i prodotti su cui saranno tagliati i prezzi: i costi della carne di manzo, di maiale e del latte non saranno, invece, toccati dalla manovra.

Addirittura, secondo quanto dichiarato dal ministro, le aziende che producono l'80% di ciò che i francesi mangiano potrebbero incorrere in sanzioni finanziarie se non si adegueranno alle nuove norme. "Già a luglio i prezzi di alcuni prodotti scenderanno -ha dichiarato venerdì scorso Le Maire in un'intervista televisiva dopo aver incontrato un giorno prima i rappresentanti dell'industria alimentare-. Ci saranno controlli e sanzioni per chi non rispetta le regole".

Il governo francese viene definito dagli organi di stampa transalpini "furioso" per il fatto che i prezzi dei supermercati, negli ultimi mesi, abbiano raggiunto livelli record nonostante il fatto che i costi di molte materie prime utilizzate dai produttori alimentari sono diminuiti. Non solo, sottolinea il governo: il miglioramento delle prospettive nei vari raccolti hanno contribuito a spingere l'indice delle Nazioni Unite sui prezzi delle materie prime alimentari a livello mondiale ai minimi di due anni. Il ministro delle Finanze francese ha già minacciato di recuperare con tasse speciali quelli che ha definito profitti "indebiti" delle aziende alimentari se queste non avessero abbassato i prezzi a vantaggio dei consumatori già alle prese con bollette energetiche elevate.

Il ritmo di aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è rallentato in tutta la zona Euro ma è il principale fattore che mantiene alta l'inflazione: la Bce, che dovrebbe alzare nuovamente i tassi di interesse la prossima settimana nonostante la crescita sia molto debole, ha affermato che gli elevati margini di profitto delle imprese rappresentano un rischio per l'inflazione che, nella zona Euro, è scesa più del previsto a maggio, ma è ancora lontana almeno tre lunghezze dall'obiettivo della Bce che è quello del 2%. Le Maire ha dichiarato che se le aziende alimentari non mantengono la promessa di ridurre i prezzi, lui stesso potrebbe "nominarle e svergognarle" pubblicamente. "Su un certo numero di prodotti per i quali i prezzi all'ingrosso sono diminuiti, anche i prezzi al dettaglio dovranno diminuire, di 2, 3, 5, forse anche del 10%", ha detto il ministro, aggiungendo che la prossima settimana avrà un elenco completo dei prodotti interessati.

Unilever, ha detto di essere una delle 75 aziende che, secondo il governo, dovrebbero tagliare i prezzi il mese prossimo. "Confermiamo la nostra partecipazione alle discussioni in corso con il ministero dell'Economia e tutte le parti interessate, compresi i rivenditori, per identificare le azioni migliori per servire il potere d'acquisto dei francesi, in questo contesto di alta inflazione", ha detto un portavoce della società. La francese Carrefour ha un "pulsante anti-inflazione" sul suo sito web che mostra ai clienti alternative più economiche ai prodotti, spesso indicando loro i generi alimentari a marchio proprio. Altre aziende come Auchan, Nestlé, Danone, Kraft Heinz e PepsiCo non si sono ancora schierate in merito. L'associazione francese dell'industria dei supermercati Fcd ha accolto con favore l'intervento del governo, ma ha dichiarato che la maggior parte delle aziende alimentari si è finora rifiutata di rinegoziare i prezzi.

I prezzi elevati dei prodotti alimentari sono una preoccupazione per i governi europei, dalla Gran Bretagna all'Italia, ma la Francia è stata tra i più aggressivi nell'imporre tagli ai prezzi. In Ungheria, il primo ministro Viktor Orban ha imposto tagli di prezzo obbligatori su alcuni prodotti alimentari di base, la Gran Bretagna studia il tetto ai prezzi (vedi EFA News). 

Dall'altra parte, le catene di supermercati di tutta Europa si scagliano allarmate contro i consumatori che optano per alternative più economiche a marchio privato piuttosto che acquistare prodotti alimentari di marca. Secondo un'indagine di Euromonitor, il 22% dei consumatori europei ha dichiarato di voler aumentare l'acquisto di prodotti a marchio privato nel 2023, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

L'inflazione annuale francese si è ridotta più del previsto a maggio, raggiungendo il livello più basso dell'ultimo anno, il 6%, grazie alla moderazione degli aumenti dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari. Ma i prezzi dei generi alimentari sono ancora aumentati del 14% sempre a maggio scorso. A marzo, invece, si è registrata un'impennata record di quasi il 16% dei prezzi dei prodotti alimentari francesi, dopo che le aziende alimentari e la grande distribuzione hanno concordato un aumento medio dei prezzi del 10%, in risposta all'impennata dei costi dei fattori produttivi a causa dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 e dell'aumento dei salari.

nel frattempo, la spesa alimentare è scesa al livello più basso dal marzo 2009 ma l'industria alimentare ha registrato un'impennata dei profitti, recuperando in gran parte i forti cali subiti durante la pandemia, secondo quanto attestato dal ministro Le Maire. I profitti operativi del settore sono aumentati del 15% nel primo trimestre rispetto al trimestre precedente, secondo i dati dell'Insee, l'Istituto nazionale della statistica e degli studi economici.

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EFA News - European Food Agency
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