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CLARA MOSCHINI

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Starbucks, negli Usa è guerra con i sindacati

Gli azionisti criticano la società per il trattamento riservato ai dipendenti sindacalizzati

Sono tempi duri per Starbucks, almeno negli Stati Uniti. La catena di caffetterie è sempre più sotto esame per il trattamento riservato ai dipendenti sindacalizzati tanto che, secondo alcuni azionisti, sarebbe stata avviata una valutazione esterna delle sue pratiche di lavoro.
Gli azionisti, tra cui Trillium asset management (che gestisce circa 44 milioni di dollari di azioni).e i fondi pensione pubblici della città di New York, hanno dichiarato di aver incontrato il mese scorso l'amministratore delegato Laxman Narasimhan per discutere della revisione dei rapporti con i dipendenti. 

Sia gli investitori che, addirittura, il Congresso degli Stati Uniti hanno criticato le pratiche lavorative della società: questo perché i dipendenti di oltre 300 caffetterie di proprietà dell'azienda statunitense hanno votato per la sindacalizzazione dalla fine del 2021. Nonostante questo, però, finora, il management non ha dato il via libera a nessuno dei negozi per finalizzare il primo contratto collettivo di lavoro.

Anche per questo, a marzo scorso, il 52% degli azionisti ha approvato una proposta di esame esterno per verificare se Starbucks aderisce alle promesse fatte nella sua Dichiarazione globale sui diritti umani del 2020 di rispettare gli standard internazionali del lavoro. Finora, però, l'azienda non ha reso noti i dettagli su chi effettuerà l'esame né su come sarà condotto.

Centinaia di denunce sono state presentate al Nlrb, il National labor relations board, l'agenzia governativa che ha la responsabilità di far rispettare il diritto del lavoro statunitense in relazione alla contrattazione collettiva. Starbucks viene accusata di pratiche sindacali illegali, come il licenziamento di sostenitori del sindacato, lo spionaggio dei lavoratori e la chiusura dei negozi durante le campagne sindacali.

L'azienda ha risposto giovedì scorso con un comunicato in cui afferma: "rispettiamo il diritto di tutti i partner di prendere le proprie decisioni in merito alla rappresentanza sindacale senza temere rappresaglie o ritorsioni e ci impegniamo ad avviare una contrattazione collettiva in buona fede per ogni negozio in cui un sindacato sia stato opportunamente certificato". Starbucks ha anche negato di aver violato le leggi sul lavoro degli Stati Uniti e ha accusato l'Nlrb di aver fatto pendere la bilancia a favore del sindacato.

Durante l'incontro (breve, meno di un'ora, pare) del 9 maggio con i quattro azionisti, Narasimhan ha parlato della copertura delle tasse scolastiche, dei risparmi per la pensione e di altri vantaggi offerti dall'azienda, ma non ha approfondito il tema della revisione. La conferma non arriva da uno qualunque ma da Jonas Kron, chief advocacy officer di Trillium, che ha partecipato all'incontro a Seattle, dove ha sede Starbucks. L'azienda, intanto, pare abbia posticipato la data di completamento della revisione alla fine del 2023, circa tre mesi in più rispetto a quanto dichiarato in precedenza.

La revisione interna dovrebbe prendere in esame i mercati internazionali, non solo gli Stati Uniti, ed esaminare le azioni della società sia prima che dopo l'adesione dei negozi al sindacato Workers United. Dovrebbe, inoltre, ricevere il contributo dei lavoratori stessi e proporre rimedi se la revisione dovesse rilevare casi di danni o politiche che non supportano i diritti dei lavoratori.

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EFA News - European Food Agency
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