Mondelez boicottata per la sua presenza in Russia
Tardivo annuncio di riduzione delle attività: adesso la situazione si fa critica
È arrivata con un po' di ritardo, sembra, la dichiarazione del gigante food Mondelez ridurre le attività in Russia (vedi EFA News). Nel senso che ormai il danno è fatto e la decisione non serve ad attutire il peso dei boicottaggi nel Nord Europa ai prodotti della multinazionale. Almeno così pare, visto che persino il presidente di Mondelez International per l'Europa ha confermato che l'azienda produttrice di barrette di cioccolato Milka è stata "individuata e trattata in modo diverso" rispetto alle aziende rivali che continuano a vendere cibi e bevande in Russia.
Nel documento intitolato "Una nota sui Paesi nordici/Russia", inviato ai dipendenti nei giorni scorsi, Vinzenz Gruber ha scritto dei boicottaggi avviati contro Mondelez dalle aziende scandinave per la sua decisione di rimanere in Russia, dove è legalmente autorizzata a operare. Ha descritto la pressione nei Paesi nordici come "impegnativa" e si è detto "profondamente rattristato per quanto sta accadendo" ai suoi marchi in quei Paesi.
Si moltiplicano i boicottaggi
Non è una questione di poco conto, sia chiaro. Questo perché i boicottaggi sono iniziati la scorsa settimana in Svezia e Norvegia. Le compagnie aeree SAS e Norwegian Air, il gruppo ferroviario SJ, la catena alberghiera Strawberry, il rivenditore Elkjop, il gruppo navale Fjord Line e persino l'Associazione calcistica norvegese sono stati tra coloro che hanno annunciato nei giorni scorsi che avrebbero smesso di vendere prodotti Mondelez per la sua presenza in Russia.
Ad aggravare la situazione, però, è arrivata, a maggio, l'Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione che ha nominato Mondelez "sponsor internazionale di guerra" per aver continuato a vendere i suoi prodotti in Russia. Apriti cielo. Proprio questa, sembra sia stata la goccia che ha fatto traboccare il caso.
La replica di Mondelez
"È difficile per tutti noi vedere che la nostra azienda viene individuata e trattata in modo diverso da altri colleghi, nonostante la realtà della situazione -sottolinea Gruber nella nota-. Se si guarda nella maggior parte degli armadietti delle cucine, si vedranno molti prodotti di aziende alimentari e di bevande che non sono uscite dalla Russia. Se ci fossero boicottaggi su tutti i marchi che hanno società madri con attività in Russia, ci sarebbe un problema di approvvigionamento alimentare".
Niente da fare. Continuano, infatti, i boicottaggi verso i prodotti di cioccolato Freia e Marabou, che sono quelli che caratterizzalo la forte presenza di Mondelez in Norvegia e Svezia. Tanto che l'azienda ha ulteriormente fatto presente di essersi impegnata il 9 marzo, dopo l'invasione, a "ridurre" le attività non essenziali in Norvegia e di essere al lavoro, adesso, per rendere le sue attività in Russia autonome con una "catena di approvvigionamento autosufficiente" entro la fine dell'anno.
Secondo i dati, i traffici con la Russia aumentano
Purtroppo, però, i dati, dicono altro secondo i suoi detrattori. La multinazionale, infatti, avrebbe continuato a operare in Russia aumentando, addirittura, le spedizioni di alcuni dei suoi prodotti nel Paese: lo dimostrano i dati doganali relativi al periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2023. Le spedizioni in Russia di prodotti con descrizioni che menzionano specificamente le tavolette di cioccolato Milka sono aumentate del 131% a 22,4 milioni di chili nell'anno successivo alla guerra, a partire dall'aprile 2022 fino alla fine di marzo, rispetto ai 9,7 milioni di chilogrammi dei 12 mesi precedenti. Secondo i dati, divulgati dalla Reuters, le spedizioni di tutti i prodotti Mondelez in Russia sono salite a 45 milioni di chili dai 28,7 milioni di chili degli stessi periodi.
Volumi ridotti di due cifre, secondo Mondelez
La multinazionale non replica, anche se in una dichiarazione, ha affermato che da gennaio i volumi complessivi dell'azienda in Russia sono "diminuiti a due cifre" e che sia i volumi delle importazioni che la quota di mercato sono "diminuiti in modo significativo".
Tutto questo senza fornire, però, dettagli sulle cifre. L'azienda si limita a sottolineare che l'attività russa è stata più redditizia negli ultimi mesi rispetto al passato perché ha sospeso la pubblicità nel Paese, ha risparmiato sui costi e ha aumentato i prezzi, secondo quanto riportato in un documento depositato ad aprile presso la Sec, la Securities and exchange commission statunitense relativamente ai primi tre mesi del 2023.
Un passo in avanti
Jan Kæraa Rasmussen, responsabile del settore ambientale, sociale e di governance (ESG) e della sostenibilità presso Pension Danmark, investitore di Mondelez, ha dichiarato che il fondo pensione danese considera "il ridimensionamento delle attività in Russia un progresso. Vediamo il potenziale per ulteriori passi avanti da parte dell'azienda -aggiunge Rasmussen-. Siamo scettici sulla necessità per la maggior parte delle aziende di essere presenti in Russia e le incoraggiamo a riconsiderare le loro operazioni nel Paese".
Il ministero degli Esteri norvegese ha dichiarato di avere in programma un incontro con le aziende di entrambe le parti coinvolte nel boicottaggio. "Spetta alle aziende e agli individui fare scelte indipendenti su cosa acquistare e con chi commerciare", ha dichiarato il Segretario di Stato Erling Rimestad in un comunicato.
EFA News - European Food Agency